L'alito delle ombre - 9788885568532

L'alito delle ombre: C'è in queste pagine scabre, tese e pur traversate da una musica ferma, la scena della dimissione di un uomo dalla vita, o meglio una specie di estrema scoperta: «qualche volta mi sono sentito re di Roma/ ed ora sono un passeggero senza biglietto e senza meta». Oppure, come dice altrove: «forse ho capito cos'è la demenza». Spinta da varie forze, tra cui il lutto e altri neri disincanti, la vita che il poeta ritrae addosso a sé, e che ha «incontrato il suo destino», non è più che muta vanvera, nessuna attesa, nessuna preghiera (anche se l'esergo biblico di Bob Dylan, che indica lo stesso vento di cui parla Leopardi ne l'Infinito...), bestemmie silenziose. E però una necessità, ancora, di dirsi. Come in un osso di seppia che rechi un messaggio fossile, come uno strappare ancora il silenzio che è sola voce della sventura. La poesia di Miniello sa spogliarsi di ogni vanità in questo diario illacrimato, micidiale e crudo, senza cessare d'esser poesia. Perchè la poesia in fondo è la scoperta della vanità di ogni vanità. «Il cuore dell'uomo ha sempre fame/ ma si perde nell'intrico dei sentieri». (Davide Rondoni)
There is in these pages scabre, tense and even crossed by a still music, the scene of the resignation of a man from life, or rather a kind of extreme discovery: "sometimes I felt like king of Rome / and now I am a passenger without a ticket and without a goal". Or, as he says elsewhere: "maybe I understand what dementia is." Driven by various forces, including mourning and other disenchanted blacks, the life that the poet portrays on himself, and which has "met his destiny", is no more than a vain change, no expectation, no prayer (although Bob Dylan's biblical exercise, which indicates the same wind of cu the Leopards in Infinity...), silent blasphemies. But there is still a need to say so. Like a cuttlefish bone that has a fossil message, like one tearing up the silence again that is the sole voice of misfortune. Miniello's poetry knows how to strip itself of all vanity in this illary, deadly and raw diary, without ceasing to be poetry. Because poetry at the bottom is the discovery of the vanity of every vanity. "Man's heart is always hungry/ but lost in the tangle of paths." (David Rondoni)