Il ghiottone errante. Viaggio gastronomico attraverso l'Italia - 9788836535309

Paolo Moneli, IL GHIOTTONE ERRANTE - Viaggio gastronomico attraverso ’Italia. Ilustratoda Novelo, @Milano, Frateli Treves Editori, 1935, a curadi uca Clerici, pp.1-204, Milano, Touring Club Editore, 2006 Raccoglie i reportages,da Morgex (AO) a capo ilibeo ("capo ilibeo, cioè, chiara etimologia, ì ì bevo.": p.150) usciti sula "Gazzettadel Popolo"di Torino. Nel Monelidi "Il ghiottone errante" c’è ’attitudine a coinvolgere ’intenditore, nel precisare che "coldorsodela mano ci ripulivamo a boccadopo ogni bevuta, come è regoladi galateo fra i bevitori esperti, ché non ’insipidodela tela [del tovagliolo, ndc] spogli troppo bruscamente e abbradel residuodel vino.": p.82; e, aldi àdi "beveria o mangeria": p.123, a cercare segni rivelatoridel genius oci (un’immagine, un’atmosfera, un trattodel pËsaggio odel caratteredegli abitanti): "Luna e ogge recluse e vino rosso, questo riscatterà per sempre nel mio ricordo ’isola [di Capri, ndc] ambigua,dove si vive vestiti come manichinid’un negoziodi novità estive, si viaggia sotto i baldacchinidele carrozzele come reliquie, si soggiace al’invisibile tiranniad’invisibili stranieri, e chi muore va a finire in un cimitero scritto in inglese.": p.138. A viaggio ultimato, Monelidecide, per contrappasso,di ritirarsi a Montecatini. "..A Montecatini vedemmo, errante per atri e ambulacri col bicchiere in mano, sì gran trattadi gente, ch’io non avrei mai creduto che il cibo tanta ne avessedisfatta. Sapete cos’è Montecatini? E’ un triste tempio,d’una fastosità puritana. Edentro c’è una filadi bar,dietro ai quali fanciule vestitedi rigatino, carine e contegnose, mèscono acquedi vario nome, ma tutte salate e amare, e a scelta calde o fredde. A questi bar non si paga niente; si va col bicchiere proprio; non sono ammesse ’correzioni’. Così s’osserva qui o contrappasso.. Terribile scena. Mi parve assistendovidi esseredante, come il ettore ha capitodale citazioni; sì che a visionedele pene midovesse impediredi peccare mai più, anchedopo tornato fra più iberi bevitori.": pp.164-166. Per subito correggersi. "Due oredopo, seduto ale prese con una bistecca ala fiorentina vestita come unadanzatricedi radicchio ed’insalatina riccia, e scherzando con undianela pizzicante, fremente, esto e giovanile, il mio cuore guaritodela breve mattana sentiva vergognadel’aberrazionedi poco prima.. Ora vedevo chiaro: questa turba non è ì per avere mangiatodi gusto, per avere bevuto buoni vini, per avere a ungo indugiato intorno ala tavola,davanti al bicchiere. Questidolenti pagano il fiod’aver mangiato male edisordinatamente; non sono stati mai buongustai, sì bene ghiottoni ed ingordi.": p.166.