La primavera della Repubblica. Roma 1849: la città e il mondo - 9788899389086

La primavera della Repubblica. Roma 1849: la città e il mondo: Pur affrontando un tema tra i più esplorati della storiografia degli ultimi anni, questa agile sintesi presenta la storia della Repubblica romana del 1846 sotto una prospettiva che, senza escludere l'intento narrativo, mette a fuoco alcuni aspetti trascurati in passato. Il punto di partenza dell'autore è infatti una domanda: perché la Repubblica a Roma, ossia come è potuto accadere che una istituzione come quella repubblicana abbia trovato, sia pur brevemente, un terreno propizio in una città che due millenni di papato avevano reso apparentemente estranea alle idee della democrazia rappresentativa? In una analisi che coniuga il rigore della ricerca storica con la scorrevolezza della scrittura, la risposta a questa domanda viene cercata nel rapporto tenace tra la città (la storia, i luoghi, la memoria) e il carattere dei suoi abitanti, nel rapporto altrettanto significativo tra Roma e la proiezione della sua immagine antica e moderna all'estero. Senza trascurare la politica e le sue effimere fortune, la spiegazione che l'autore ci offre affonda le radici, più che nell'ideologia nazionale, nello spirito di una popolazione meno passiva di come si è soliti rappresentarla.
While addressing one of the most explored themes of historiography in recent years, this agile synthesis presents the history of the Roman Republic of 1846 from a perspective that, without excluding the narrative intent, focuses on some aspects neglected in the past. The author's starting point is in fact a question: why the Republic in Rome, that is, how could it happen that an institution like the Republican one found, albeit briefly, a favorable ground in a city that two millennia of papacy had apparently made alien to the ideas of representative democracy? In an analysis that combines the rigor of historical research with the fluency of writing, the answer to this question is sought in the tenacious relationship between the city (history, places, memory) and the character of its inhabitants, in the equally significant relationship between Rome and the projection of its ancient and modern image abroad. Without neglecting politics and its ephemeral fortunes, the explanation that the author offers us has its roots, more than in the national ideology, in the spirit of a population less passive than it is usually represented.