La bufera e altro. Ediz. commentata - 9788804714477

La bufera e altro. Ediz. commentata: Nel 1956, diciassette anni dopo "Le occasioni", Eugenio Montale pubblica il terzo grande capitolo della sua opera in versi, "La bufera e altro", che ne conferma la piena, esemplare centralità nel panorama della poesia del Novecento. La "bufera" del titolo è da riferirsi alla guerra, e dunque all'attraversamento di una tragedia storica, ma, come lo stesso autore chiarì, «è anche guerra cosmica, di sempre e di tutti». E dunque il libro si caratterizza per una aperta tematica vertiginosa, che oltrepassa l'epoca stessa della sua composizione. In questo quadro straordinariamente complesso trovano spazio le figure femminili di interlocutrici privilegiate come Clizia e Volpe, ma anche l'ardua meditazione a ridosso delle ombre degli scomparsi, spinta fino a quella che Gianfranco Contini definì «l'abolizione della barriera fra vita e morte». Montale si muove in un ampio territorio, insieme reale e allegorico, quotidiano e apocalittico, variando i toni, passando dagli accenti più alti a soluzioni epigrammatiche in una lingua di più prosastica e meno lirica eleganza. La bufera e altro si impose subito come un nuovo capolavoro, che oggi possiamo finalmente leggere con l'ausilio di un innovativo, attesissimo commento e di importanti contributi saggistici, tra cui quello di Franco Fortini, che di questi testi ebbe a scrivere: «Rattrappite e indistruttibili, le poesie di Montale sono state per me il paragone stesso della poesia intesa come veglia d'armi e arte regia. Non le rileggo: ma in certe ore si aprono nella memoria, rompendo grumi e cartilagini dell'età sanguinosa che con noi hanno
In 1956, seventeen years after "The Occasions", Eugenio Montale published the third major chapter of his work in verse, "The Storm and More", which confirms its full, exemplary centrality in the panorama of twentieth-century poetry. The "bufer" of the title is to refer to the war, and therefore to the crossing of a historical tragedy, but, as the author himself clarified, "it is also cosmic war, always and of all". And so the book is characterized by an open vertiginous theme, which goes beyond the very era of its composition. In this extraordinarily complex picture, the female figures of privileged interlocutors such as Clizia and Volpe find space, but also the arduous meditation close to the shadows of the disappeared, pushed up to what Gianfranco Contini called "the abolition barrier between life and death." Montale moves in a wide territory, at the same time real and allegorical, daily and apocalyptic, varying the tones, going from higher accents to epigrammatic solutions in a language of more prosastic and less lyrical elegance. The blizzard and more immediately became a new masterpiece, which today we can finally read with the help of an innovative, highly anticipated commentary and important non-fiction contributions, including that of Franco Fortini, who wrote of these texts: Broken and indestructible, Montale's poems were for me the very comparison of poetry intended as a vigil of arms and directing art. I do not read them again: but in certain hours they open in the memory, breaking lumps and cartilage of the bloody age that with us have