Zingari di merda. Ediz. illustrata - 9788889416730

Zingari di merda. Ediz. illustrata: In un reportage di grande intensità e ferocia Antonio Moresco racconta un viaggio tra i Rom di Slatina e Listeava in Romania, tra persone costrette a vivere in case di fango o dentro buche scavate nel terreno, ai confini del modo "civilizzato", dentro quella fascia di miseria che attraversa il ventre dell'Europa: "Tutto questo perché? Per quale ragione? Per quale disegno? Per quale sogno?". Nel suo linguaggio irruente e abnorme, come abnorme è la realtà che descrive, l'autore trascina i suoi lettori in una delle contraddizioni più acute di questo secolo. Il racconto procede in un dialogo ininterrotto con i compagni di viaggio, l'occhio fisso sui marciapiedi della civiltà, dove gli zingari, uomini e donne che non stanno mai fermi, sono la nostra parte più miserabile, più individualista e fatalista: "Questo misto di libertà e opportunismo, di fierezza e di infingardaggine, di irriducibilità e di parassitismo, di anarchismo e fascismo" sono noi eppure sono anche assolutamente altro. C'è qualcosa nella loro presenza di inspiegabile e sfuggente, di infinitamente arcaico eppure duttile. È lì che Moresco conduce il lettore, sulla soglia del silenzio. Lì dove arrivano anche le fotografie di Giovanni Giovannetti che chiudono il libro.
In a report of great intensity and ferocity Antonio Moresco recounts a trip among the Roma of Slatina and Listeava in Romania, among people forced to live in mud houses or in holes dug into the ground at the edge of the "civilized" way, in that price range misery through the belly of Europe: "all this why? For what reason? To which Bill? For what dream? ". In his impetuous and abnormal, how abnormal is the reality that describes, the author drags its readers in one of the most acute contradictions of this century. The story proceeds in a continuous dialogue with their fellow travelers, the eye fixed on the sidewalks of civilization, where Gypsies, men and women who are never still, are our most miserable, more individualistic and fatalistic: "This mixture of freedom and opportunism, pride and too much indolence, by irreducibility and parasitism, anarchism and fascism" are we yet are also absolutely different. There is something in their presence inexplicable and elusive, infinitely archaic yet supple. And there that Malin leads the reader, on the threshold of silence. There where also the photographs of John Giovannetti that close the book.