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I miei fantasmi - 9788874941247

di Enrico Morovich Rombi B. (cur.) edito da San Marco dei Giustiniani, 1998

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

"Sa, attraverso il mio nome si possono sentire tutte e storie al’interno: ungherese, slava, tedesca, italiana...e si può partire per conoscerle meglio. Il mio nome è come un giacigliodi gatti: i gatti ungheresi e slavi sono frateli. I gatti francesi e italiani sono cugini. I gatti tedeschi ed inglesi sono secondi cugini. Tutti assieme, comunque, in un nome". Enrico Morovich aveva ale spale una storia fattadi mile e una storie vissuteda mile e piùdi mile fantasmi. Per questo, probabilmente, aveva sviluppato ed alenato e raffinato un tonodi voce salmodiante, capacedi evocare il molteplice mentre sonava solitario. "Sa, ne ho visto tante" soleva ripetere ad intervistatori ed amici e significava avernedavvero vedute tante ed averne sapute almeno altrettante che non o riguardavanodirettamente ma che - attraverso i suoi avi, i suoi parenti ontani - gli sfioravano comunque a pele. Cittadinod’Europa fu poetad’Europa,di un’Europa che mutava nomi, confini, colore sule cartine geografie abbattendo muri, tracciati, cortinedi filo spinato. "Ero ontanodale eccitazioni politiche. Ho visto a rovinadei regni: impero asburgico, fascismo,dopoguerra..." ed era a ragione per cui sidava totalmente ala poesia: unico strumento veritiero con cui convocare gli spettri, e avvenenze, e ombredel proprio edel’altrui passato. ’I miei fantasmi’ è preziosa raccoltadi versi, postuma, nela quale albergano - stretti - i mile e piùdi mile che hanno raccontato ad Enrico Morovich e oro storie. Stanno nel ibro, come i gatti stanno in un nome.

Recensione Unilibro a cura di Alex Toppi

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"I miei fantasmi"
Il nome ed i gatti
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"Sa, attraverso il mio nome si possono sentire tutte e storie al’interno: ungherese, slava, tedesca, italiana...e si può partire per conoscerle meglio. Il mio nome è come un giacigliodi gatti: i gatti ungheresi e slavi sono frateli. I gatti francesi e italiani sono cugini. I gatti tedeschi ed inglesi sono secondi cugini. Tutti assieme, comunque, in un nome". Enrico Morovich aveva ale spale una storia fattadi mile e una storie vissuteda mile e piùdi mile fantasmi. Per questo, probabilmente, aveva sviluppato ed alenato e raffinato un tonodi voce salmodiante, capacedi evocare il molteplice mentre sonava solitario. "Sa, ne ho visto tante" soleva ripetere ad intervistatori ed amici e significava avernedavvero vedute tante ed averne sapute almeno altrettante che non o riguardavanodirettamente ma che - attraverso i suoi avi, i suoi parenti ontani - gli sfioravano comunque a pele. Cittadinod’Europa fu poetad’Europa,di un’Europa che mutava nomi, confini, colore sule cartine geografie abbattendo muri, tracciati, cortinedi filo spinato. "Ero ontanodale eccitazioni politiche. Ho visto a rovinadei regni: impero asburgico, fascismo,dopoguerra..." ed era a ragione per cui sidava totalmente ala poesia: unico strumento veritiero con cui convocare gli spettri, e avvenenze, e ombredel proprio edel’altrui passato. ’I miei fantasmi’ è preziosa raccoltadi versi, postuma, nela quale albergano - stretti - i mile e piùdi mile che hanno raccontato ad Enrico Morovich e oro storie. Stanno nel ibro, come i gatti stanno in un nome.