Romagna village. Ancora storie da caBARet. Con CD Audio - 9788895432199

Romagna village. Ancora storie da caBARet. Con CD Audio: Tornano, con "Romagna Village", le storie da caBARet di Giovanni Nadiani. Scenette della Romagna-Italia contemporanea nelle quali agiscono personaggi (ma sarebbe meglio dire "persone", perché inevitabilmente ci immedesimiamo) più che mai attuali. Si parla di beauty farm, della fatica di fare i genitori, di lavoro precario, di venditori abusivi. I protagonisti sono politicastri di provincia, assicuratori truffaldini, pendolari, coniugi alle prese con la vita di coppia. Sono storie raccontate attraverso monologhi, dialoghi, versi (anche rap) in un dialetto macchiato di italiano e inglese: la lingua della franchezza, con traduzione a fronte. Lingua moribonda? Forse no, se è vero che tra le storie di "Romagna Village" ce n'è una in cui il romagnolo di turno, spavaldo quanto basta a rappresentare la "razza", riesce a sognare una conversazione con Dio (nientemeno). E quel Dio, immaginate un po', parla romagnolo. Perché, come dice nonno Zvanî in un'altra di queste storie, "se me a dges sti cvel ch'a cvè in itagliân, u m'parreb d'cuntêt dal patach e invézi agli è dal varitê!" (se dicessi queste cose in italiano, mi sembrerebbe di raccontare delle frottole e invece sono delle verità!).
They return with "Romagna Village", stories by John Nadiani have comedy. Skits of Romagna-contemporary Italy in which characters (but it would be better to say "people", because inevitably we put ourselves) more than ever today. We talk about beauty farm, the effort of parents, of precarious work, illegal vendors. The main characters are politicastri, rogue insurers, commuters, married couples struggling with life as a couple. Am stories told through monologues, dialogues, verses (rapping) in a dialect of Italian stained and English: the language of frankness, with translation in the face. Moribund language? Maybe not, if it is true that between stories of "Romagna Village" there is one in which the romagnolo on duty, bold enough to represent the "race", manages to dream up a conversation with God (no less). And that God, imagine a little, speak of Romagna. Because, as grandfather Zvan?? in another of these stories, "se me itagli??n to cv?? to dges sti cvel u parreb me of cunt??t, in the inv??zi to patach and is from varit??!" (if I said those things in Italian, would seem to tell whoppers and instead are truth!).