Charles Bukowski al cinema. Storie di sbronze e di pop corn - 9788863965124

Charles Bukowski al cinema. Storie di sbronze e di pop corn: Il cinema, luogo del pop corn, del tempo sprecato e dell'impossibilità di bere un drink in santa pace. È questa l'idea che Bukowski aveva della settima arte. Eppure, a ben vedere, non sono pochi i punti di contatto con il mondo del cinema. "Storie di ordinaria follia", "Barfly", "Factotum". Tre film di rilievo realizzati da registi a loro modo importanti (Marco Ferreri, Barbet Schroeder e Bent Hamer). Il cinema si impossessa delle opere di Bukowski e le restituisce in maniera originale, seguendo un percorso che si allontana dalla fonte letteraria e si avvicina agli intenti degli autori cinematografici. I libri di Bukowski diventano così il pretesto per una nuova analisi: Ferreri amplia il tema cardine del suo cinema, il tentativo dell'uomo moderno di trovare una via d'uscita alla crisi del presente; Hamer si interessa del conflitto insanabile tra artista e sistema, mentre Schroeder si limita a filmare in modo spontaneo le gesta di un ubriacone interessato più alla bottiglia che alla scrittura. Il risultato, per tutti, sembra uno solo: l'impossibilità di riprodurre il rapporto diretto tra vita e letteratura che contraddistingue tutte le opere di Bukowski.
The cinema, a place of popcorn, the time wasted and the impossibility of having a drink in peace. And this is the idea that Bukowski had the seventh art. Yet, in hindsight, there are many points of contact with the world of cinema. "Tales of ordinary madness," "Barfly," "Factotum". Three notable films made by directors in their own way (Marco Ferreri, Barbet Schroeder and Bent Hamer). The cinema takes possession of the works of Bukowski and returns them in an original way, following a route that runs from the literary source and approaching the intention of the filmmakers. Bukowski books become the pretext for a new analysis: the pivotal theme of his cinema, Ferreri expands the modern man's attempt to find a way out of the crisis of the present; Hamer concerns itself with the irremediable conflict between artist and system, while Schroeder is limited to film in a spontaneous way the exploits of a drunken interested more in the bottle. The result, casual, seems to only one: the inability to reproduce the direct relationship between life and literature that distinguishes all works of Bukowski.