Facce, media e parolacce. Un centone di riflessioni - 9788872327050

Facce, media e parolacce. Un centone di riflessioni: È ormai raro, purtroppo, che un libro possa unire insieme le facoltà di intrattenere, istruire e divertire. In "Facce, media e parolacce" queste tre componenti non soltanto si legano tra loro con armonia e discrezione, ma fanno sì che, prosa dopo prosa, queste pagine si manifestino sia come momento di riflessione intorno ai cambiamenti della società e della cultura, sia come considerazione sullo stravolgimento della lingua italiana a favore di inutili anglicismi o neologismi paradossali; ma anche come ironica valutazione su improbabili "esodi" o su "punti di riferimento" talmente inflazionati da essere alla fine tutto meno che possibilità di riferimento... È pur vero che, già nel '700, l'illustre grammatico Melchiorre Cesarotti avvertiva: l'uso fa la legge qualunque siasi, quando sia universalmente comune agli scrittori e al popolo, stabilendo quindi che il mutamento del "parlare" e dello "scrivere" è inevitabilmente inarrestabile... ma è altrettanto vero che, mentre il mutamento avviene, è possibile avvertire (e avvertirci) su come a volte quella trasformazione rischi di mostrare lati assurdi, spesso ridicoli, a volte stupidi... Ed è proprio contro l'assurda stupidità che sta travolgendo la nostra lingua e il nostro modo di comunicare che Sergio Nave spezza non una ma 100 lance, 100 quante sono queste prose, in cui intelligenza, cultura, raffinatezza, parodia, ironia, attraversano con sguardo acuto modi di dire e di fare, invasioni, usi e abusi linguistici...
And now rare, unfortunately, that a book can combine the faculties to entertain, educate and entertain. In "faces, media and profanity" these three components not only bind to each other with harmony and discretion, but mean that these pages occur after prose, prose is as a moment of reflection to changes in society and culture, both as a consideration on the distortion of the Italian language in favour of unnecessary anglicisms or paradoxical neologisms; but also how ironic of improbable "exodus" or "landmarks" so inflated as to be ultimately anything but chance of reference ... It's also true that, back in ' 700, the distinguished grammarian Melchiorre Cesarotti warned, the use does the law any universally common, when both writers and therefor unto the people, therefore establishing that the change of "talk" and the "write" is inevitably unstoppable ... but it is also true that while the change happens, you may feel (and us) about how sometimes that transformation risks of showing absurd sides , often ridiculous, stupid sometimes ... It is precisely against the absurd stupidity engulfing our language and our way of communicating that Sergio Ship breaks not one but 100 lances, 100 as there are these prose, in which understanding, culture, refinement, parody, irony, crossing with sharp eyes idioms and doing, invasions, uses and abuses of language.