Photo generation. Un'istantanea. Ediz. illustrata - 9788861459472

Photo generation. Un'istantanea. Ediz. illustrata: Per tanti anni ho occupato un luogo privilegiato, una postazione unica dove, ogni giorno, veniva a trovarmi il mondo intero, calato in esperienze, desideri, sdegni, scommesse che si presentavano sotto una forma comune: fotografie. Ero il direttore di una delle più note agenzie foto-giornalistiche internazionali: "Grazia Neri". Paragonavo il mio ufficio a una stazione ferroviaria. A ogni ora approdava un "treno" con una destinazione diversa. Ho conosciuto centinaia di fotografi e fotografo che guidavano quei convogli ambiziosi e immaginari. Poi, all'inizio degli Anni Duemila il mercato della fotografia, soprattutto quello dei servizi foto-giornalistici (i cosiddetti reportage), è entrato in una crisi profonda, dalla quale non si è più risollevato. Sono bastati pochi anni di smartphone, social network e connessione wi-fi per trovarci circondati da un fiume impetuoso e assordante di miliardi d'immagini pronte a soddisfare i nostri bisogni, la nostra curiosità istantanea. Per arricchirci oppure portarci via qualcosa. Ma proprio oggi che tutti s'improvvisano fotografi, e sono diventati, consapevolmente o no, soggetti fotografici - in questa epoca dell'abbuffata di selfie sarebbero più utili che mai la storia e lo sguardo dei foto-giornalisti, il loro insegnamento. Lungi dal voler rappresentare un'analisi storica, accademica o esaustiva di questo convulso momento di transizione, e tantomeno della nascita di una nuova fotografia, ho raccolto riflessioni, sorprese...
For many years I occupied a privileged place, a unique location where, every day, he came to see me in the world, experiences, desires, anger, betting that presented themselves under a common form: photographs. I was the editor of one of the most famous international photo-journalistic agencies: "Pa". I was comparing my Office at a train station. At any time in a "train" with a different destination. I met hundreds of photographers and photographer who drove those ambitious and imaginary convoys. Then, in the early 2000s the photography market, especially the services photo-journalism (reportage), entered into a deep crisis, from which one is no longer raised. It took a few years of smartphones, social networking and wi-fi connection to find ourselves surrounded by a raging river and deafening of billions of images ready to meet our needs, our curiosity. To enrich ourselves or take away something. But just today that all improvised photographers, and have become, consciously or not, photo objects-in this age of selfie binge-would be most useful than ever the story and the look of the photo-journalists, their teaching. Far from wanting to represent a historical analysis, scholarly or comprehensive this convulsive moment of transition, and even less of the birth of a new photo, I collected thoughts, surprises ...