Congedo da Goethe - 9788849858464

Congedo da Goethe: Relegato senza motivi concreti al confino in un piccolo paese della pianura valacca dal regime stalinista rumeno nel 1949, il filosofo Constantin Noica può portare con sé solo l'opera omnia di Goethe e pochi altri libri. Nella solitudine e nell'estrema povertà del luogo comincia a scrivere un'originale monografia sul gigante di Weimar nonché una molto personale interpretazione del Faust. Noica dichiara la sua ammirazione per Goethe (e chi potrebbe mai negargli ammirazione?) ma lo coglie nel suo unico, benché decisivo, punto debole: non ha senso filosofico, se, come fa, dice di sì a tutto. Questo atteggiamento si rivela nella concezione goethiana della natura, delle scienze e dell'uomo ovvero della cultura. In ogni campo Goethe tocca ma non supera mai il limite oltre al quale inizia la filosofia, intesa come riconoscimento della caduta del mondo, e quindi del suo disordine, e della necessità di ritrovare o postulare un ordine, che potrà essere pensato in qualunque modo, ma che non può essere pensato se non dalla ragione e trovarsi perciò conforme ad essa. Per Noica il "Faust" dimostra, che ne fosse cosciente il suo autore oppure no, come si vive quando il pensiero non trova alcuna necessità nella sua libertà: si vive nel possibile, nella neutralità, nel regno in cui si è rifugiato il diavolo, dopo la moderna abolizione dell'inferno. Il vero protagonista della Tragedia (che tragedia però non è, né può essere, mancando l'aspetto della necessità) si rivela essere Mefistofele. L'ultimo capitolo del libro di Noica prova ad illustrare una via d'uscita dalla dimensione del solo pos
Relegated without concrete reason to the confinement in a small village of the plain Wallachian by the Romanian Stalinist regime in 1949, the philosopher Constantin Noica can bring with him only the works of Goethe and a few other books. In the solitude and extreme poverty of the place he began to write an original monograph on the Weimar giant as well as a very personal interpretation of Faust. Noica declares his admiration for Goethe (and who could ever deny him admiration?) but he captures it in his one, though decisive, weak point: It has no philosophical sense, if, as he does, he says yes to everything. This attitude is revealed in the Goethian conception of nature, science and man or culture. In each field Goethe touches but never exceeds the limit beyond which philosophy begins, understood as recognition of the fall of the world, and therefore of its disorder, and of the necessity to find or postulate an order, which can be thought of in any way, but which It cannot be thought of except by reason and therefore be in conformity with it. For Noica, "Faust" proves, that it was conscious of its author or not, how one lives when thought finds no necessity in its freedom: one lives in the possible, in neutrality, in the kingdom in which the devil has taken refuge, after the modern abolition Hell. The real protagonist of the tragedy (which tragedy, however, is not, nor can be, lacking the aspect of necessity) turns out to be Mephistopheles. The last chapter of Noica's book tries to illustrate a way out of the size of the single POS