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Tilèt dël Partì comunista - 9788898582655
di Notario S. (cur.) Spaccasassi S. (cur.) edito da Zambon Editore, 2018
- Prezzo di Copertina: € 8.00
- € 7.60
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Tilèt dël Partì comunista
- Autori : Notario S. (cur.) Spaccasassi S. (cur.)
- Editore: Zambon Editore
- Collana: Saggistica
- Data di Pubblicazione: 2018
- Genere: scienza politica
- Argomento : Comunismo
- Pagine: 64
- Curatore: Notario S.; Spaccasassi S.
- Dimensioni mm: 210 x 210 x 5
- ISBN-10: 889858265X
- ISBN-13: 9788898582655
Tilèt dël Partì comunista: La posizione di Pasolini nei confronti del dialetto è sia affettiva - legata al ricordo dell'infanzia e della madre - sia politica, ovvero schierata contro quel paradigma che vorrebbe fare del dialetto un'espressione meramente locale e di scarso valore nazionale. L'attenzione - critica e linguistica - dedicata dallo scrittore friulano alla letteratura dialettale ci è sembrata di cosi vasta portata da giustificare l'uso della sua penna come introduzione a questo Focus. "Il contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà". Così scriveva Pier Paolo Pasolini in Dialetto e poesia popolare, testo critico del 1951 dedicato alla differenza esistente tra poesia dialettale e poesia popolare. Ma sull'argomento lo scrittore tornerà più e più volte, tra il 1944 e il 1958. Il suo rapporto con la lingua sarà sempre e prima dì tutto emotivo: col friulano delle poesie giovanili, ma anche col romanesco di Ragazzi di vita. Una vita violenta e Accattone; col napoletano del Decameron o l'abruzzese del Vangelo secondo Matteo. Pasolini vedeva nel dialetto l'ultima sopravvivenza di ciò che ancora è puro e incontaminato. Come tale doveva essere "protetto", per questo - nel 1943 - aprirà una scuola per l'insegnamento del friulano accanto all'italiano. Deperimento verrà bloccato sul nascere dal provveditorato di Udine, ma Pasolini lo riproporrà due anni più tardi con la fondazione dell'Academiuta di tenga furlana, una sorta di laboratorio linguistico attraverso il quale cercherà di rendere onore al friulano occidentale, fino ad allora realtà linguistica soltanto orale, rintraccia
Pasolini's position towards the dialect is both affective-linked to the memory of children and mother-both political ??? arrayed against that paradigm that would make the dialect an expression purely local and of little value. Attention-criticism and Linguistics-dedicated by writer friulano dialect literature seemed so far-reaching as to justify the use of your pen as an introduction to this Focus. "The farmer who speaks its own dialect is master of all its reality". So wrote Pier Paolo Pasolini in dialect and folk poetry, critical essay of 1951 dedicated to the difference between dialect poetry and folk poetry. But on the topic the writer will return over and over again, between 1944 and 1958. His relationship with the language will always be first and tell all the emotional poems but also with friulano with Roman Ragazzi di vita. A violent life and Panhandler; with Neapolitan Decameron or the abruzzese of the Gospel of Matthew. Pasolini saw in dialect the ultimate survival of what is still pure and uncontaminated. As such it had to be "protected" for this-in 1943--will open a school for the teaching of Friulian next to Italian. Decay will hang in the bud by the Superintendency of Udine, but Pasolini did resurface two years later with the founding of the tenga Following furlana, a sort of language lab through which will seek to honor the friulano Western, until then only oral linguistic reality, tracking
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