Una voce inascoltata. Lino Jona tra sionismo e leggi razziali - 9788856801651

Una voce inascoltata. Lino Jona tra sionismo e leggi razziali: Attraverso i documenti di famiglia, lettere, fotografie l'autrice ripercorre la vita di Lino Jona, un giovane ebreo dalla personalità sorprendente e per certi aspetti inesplicata che morì a 24 anni nel dicembre 1942. La sua storia è emblematica dei livelli di consapevolezza molto diseguali con cui la comunità ebraica piemontese subì le leggi razziali e del clima di generale indifferenza in cui esse furono accolte nella società italiana. Lino rivela una precoce e acuta percezione della complessiva portata della legislazione antiebraica, che cercò di trasmettere ai suoi correligionari. La ricostruzione degli anni della sua formazione e del suo impatto con le leggi razziali connettono la sua storia a innumerevoli altre, attraverso la sua frequentazione di centri come Pavia, Milano, Torino, e di comunità ebraiche minori, ma storicamente importanti come Casale Monferrato e la natia Asti. Emergono così reti di rapporti di cui fanno parte il rabbino Augusto Segre, Ennio ed Emanuele Artom, Luciana Nissim e i giovani della Biblioteca ebraica. Grazie a tali contesti si comprende meglio il confuso, mobilissimo universo ebraico in cui dagli anni trenta, e poi negli anni della guerra, anche in Italia e fin nelle più remote province, s'incrociano i percorsi di italiani e di profughi in cerca di rifugio da ogni parte d'Europa. Introduzione di Gianni Perona.
Through family records, letters, photographs, the author traces the life of Lino Jona, a young Jew, and in some respects surprising personality who died at 24 years old in December 1942 unexplained quality. His story is emblematic of very unequal levels of awareness with which the Piedmontese Jewish community suffered the racial laws and the climate of indifference in which they were accepted into Italian society. Lino early and acute perception of overall reveals a range of anti-Jewish legislation, which tried to pass on to his coreligionists. The reconstruction of his formative years and its impact with the racial laws connect his story to countless others, through his attendance of centers such as Pavia, Milan, Turin, and smaller Jewish communities, but historically important as Casale Monferrato and his native Asti. Networks of relationships emerge which includes Rabbi Augusto Segre, Ennio and Emanuele Artom, Luciana Nissim and the youth of the Jewish library. Thanks to these contexts we understand better the confusing mobilissimo universe since the thirties, and then Hebrew where during the war years, in Italy and in the most remote provinces, cross the paths of Italians and refugees seeking sanctuary from all over Europe. Introduction of John Perona.