La dignità dell'uomo. Luigi Pintor, ragione e passione - 9788823019867

La dignità dell'uomo. Luigi Pintor, ragione e passione: A novant'anni dalla nascita il libro ricorda un protagonista del giornalismo, della politica, della cultura italiana del Novecento. Dal 1925 al 2003 la vita di Luigi Pintor attraversa un secolo segnato da tragedie, speranze, vittorie, sconfitte. La morte del fratello Giaime, 24 anni, in uno dei primi episodi della lotta partigiana, la Resistenza a Roma, la cattura da parte dei fascisti della banda Koch, la tortura, il carcere, la condanna a morte, la militanza comunista, il lavoro giornalistico all'"Unità", la radiazione dal Pci nel 1969, la nascita del "manifesto", su cui scriverà sino a pochi giorni dalla scomparsa. Un'esistenza spesso segnata dal dolore (la morte di entrambi i figli), mai dalla rassegnazione e dalla resa. Si batte fino all'ultimo per la dignità della persona umana, contro ogni forma di sfruttamento, contro la guerra, per una sinistra libera e aperta. La politica per Pintor ha senso solo se non si allontana dall'etica e se è in grado di cambiare i rapporti tra le persone. Maestro di giornalismo, è rimasto famoso per i corsivi e gli editoriali, brevi e fulminanti. Le parole sono preziose, sono fatti di cui assumersi la responsabilità. Lo stile è innanzitutto una questione morale. Ne sono conferma i libri scritti negli ultimi anni della sua vita: Servabo, La signora Kirchgessner, Il nespolo, I luoghi del delitto. Testi brevi, esili autobiografie.
Ninety years after the book recalls a protagonist of journalism, politics, 20th century Italian culture. From 1925 to 2003 Luigi Pintor's life spans a century marked by tragedies, hopes, victories, defeats. His brother's death Gamble, 24 years, one of the first episodes of the partisan struggle, the resistance against Rome, the capture by the fascists of the Koch band, torture, imprisonment, execution, Communist militancy, the journalistic work to the "unity", the radiation from the Pci in 1969, the birth of the "manifesto" on which he will write until a few days after his death. A life often marked by grief (the death of both sons), never by the resignation and the yield. Fought to the last for the dignity of the human person, against any form of exploitation, against war, for a left free and open. The policy only makes sense if not for Pintor runs from ethics and if it can change relationships between people. Master of journalism, has remained famous for italics and editorials, brief and lightning. The words are precious, are facts that take responsibility. The style is primarily a moral question. I'm confirming the books written in the last years of his life: Servabo, Mrs. Kirchgessner, loquat, points of the crime. Short texts, slender autobiographies.