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Confessioni di un animista. Fede e religione in Africa - 9788830724266
di Agbonkhianmeghe Orobator edito da EMI, 2019
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Confessioni di un animista. Fede e religione in Africa
- Autore: Agbonkhianmeghe Orobator
- Editore: EMI
- Collana: Le nuove caravelle , Nr. 17
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: altre religioni. religione comparata
- Argomenti : Africa Fede Animismo
- Pagine: 244
- Traduttore: Mastroleo I.
- Dimensioni mm: 211 x 0 x 25
- ISBN-10: 8830724262
- ISBN-13: 9788830724266
Confessioni di un animista. Fede e religione in Africa: Animismo, che parola! Il nostro immaginario vi associa dimensioni negative come «magia» o «superstizioni». Padre Orobator, teologo di vaglia, denuncia l'utilizzo storicamente spregiativo di tale termine. Egli invece lo rivaluta in chiave positiva, poiché la religione tradizionale africana «incarna un profondo radicamento nello Spirito che dà vita a ogni cosa» e stabilisce la «capacità di connessione con la parte più profonda di ogni realtà». In altre parole, l'animista vede il creato come «una carezza di Dio» (Francesco). Orobator sa bene di cosa parla. Nigeriano, figlio di genitori sacerdoti di un culto tradizionale, a 16 anni chiede il battesimo; in seguito si farà gesuita. Ma non per questo tronca le radici della sua cultura, memore delle parole di Paolo VI: «L'africano che diventa cristiano non disconosce sé stesso». Mentre il cattolicesimo europeo langue, l'Africa diventa il continente con più cristiani al mondo. Ma quel che conta non sono le statistiche. Secondo Orobator il cristianesimo continuerà a crescere in Africa: ma ciò avverrà grazie alla vitalità dell'animismo, non malgrado esso. Tale freschezza spirituale diventa feconda non solo per il continente nero: «Lo spirito di ospitalità e tolleranza di cui è permeata la spiritualità africana può essere una risorsa per il cristianesimo globale, che ha bisogno di modelli di dialogo e reciprocità».
Animism, what a word! Our imagination associates negative dimensions such as "magic" or "superstitions". Father Orobator, the theologian of scrutiny, denounces the historically derogatory use of this term. Instead, he re-evaluates it in a positive way, because the traditional African religion "embodies a deep rooted in the Spirit that gives life to everything" and establishes the "capacity to connect with the deepest part of every reality." In other words, the animist sees creation as "a caress of God" (Francis). Orobator knows what he's talking about. Nigerian, son of parents priests of a traditional cult, at the age of 16 asks for baptism; Later he will become a Jesuit. But not for this reason he breaks the roots of his culture, reminiscent of the words of Paul VI: "The African who becomes a Christian does not disavow himself". As European Catholicism languishes, Africa becomes the continent with the most Christians in the world. But what matters is not the statistics. According to Orobator, Christianity will continue to grow in Africa: but this will be thanks to the vitality of animism, not in spite of it. Such spiritual freshness becomes fruitful not only for the black continent: "The spirit of hospitality and tolerance of which African spirituality is permeated can be a resource for global Christianity, which needs models of dialogue and reciprocity."
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