Di chi è Anne Frank? - 9788893448444

Di chi è Anne Frank?: Apparso per la prima volta nel 1997 sulle pagine del "New Yorker", questo impetuoso, lucidissimo saggio di Cynthia Ozick strappa il velo di dissimulazione e retorica che negli anni ha ovattato e mistificato la limpida voce di Anne Frank e del suo Diario. Troppo spesso e troppo a lungo oggetto di interpretazioni semplificate e fuorvianti, di appropriazioni indebite, tradimenti e comode "santificazioni", il Diario è servito da lasciapassare per un'amnesia collettiva - storica e culturale - sulle cause e le circostanze della morte della sua autrice e di milioni di altre vittime dell'Olocausto. La depravazione e la ferocia dei nazisti, il male che ha consumato la protagonista, sono stati attenuati e sorpassati nel tempo dal solo battere della critica, dell'editoria, dei lettori e persino del padre - Otto Frank - sul tema della bontà e della forza umana, utilizzando strumentalmente la voce di Anne per costruire un discorso sul passato tanto rassicurante quanto sterile. Cynthia Ozick, ripercorrendo con il ritmo e la forza che le sono propri, le vicissitudini storiche, editoriali e teatrali del libro universalmente considerato il simbolo della Shoah, ci mette in guardia dalle conseguenze di questa tendenza: ammorbidire la Storia, nel tentativo di renderla più sopportabile, equivale a tradirla; tradirla equivale a negare - in una discesa inarrestabile verso il buio della ragione - ciò che è stato, gettando le basi perché possa avvenire ancora.
First appeared in 1997 on the pages of the "New Yorker", this impetuous, polished essay by Cynthia Ozick snatches the veil of dissimulation and rhetoric that over the years has waged and mystified the clear voice of Anne Frank and her diary. Too often and too long the subject of simplified and misleading interpretations, misappropriations, betrayals and comfortable "sancifications", The diary is served as a pass for a collective-historical and cultural amnesia-on the causes and circumstances Of the death of his author and of millions of other Holocaust victims. The depravation and ferocity of the Nazis, the evil that consumed the protagonist, were attenuated and surpassed in time by the only beating of criticism, publishing, readers and even the father-Otto Frank-on the subject of goodness and human strength, using Instrumentally Anne's voice to build a discourse on the past as reassuring as sterile. Cynthia Ozick, retracing with the rhythm and strength that are her own, the historical, editorial and theatrical vicissitudes of the book universally regarded as the symbol of the Holocaust, warns us against the consequences of this tendency: soften history, in Attempt to make it more bearable, is tantamount to cheating on it; Cheating is tantamount to denying-in an unstoppable descent into the darkness of reason-what it was, laying the groundwork for it to happen again.