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La fatalità della guerra e la volontà di vincerla. Classe dirigente liberale, istituzioni e opinione pubblica - 9788849859058
di Pace R. (cur.) edito da Rubbettino, 2019
- Prezzo di Copertina: € 20.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La fatalità della guerra e la volontà di vincerla. Classe dirigente liberale, istituzioni e opinione pubblica
- Autore: Pace R. (cur.)
- Editore: Rubbettino
- Collana: Varia , Nr. 2
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: storia d'europa
- Argomenti : Italia-Storia Guerra mondiale 1914-1918 Liberali
- Pagine: 300
- Curatore: Pace R.
- Dimensioni mm: 225 x 0 x 22
- ISBN-10: 8849859058
- ISBN-13: 9788849859058
La fatalità della guerra e la volontà di vincerla. Classe dirigente liberale, istituzioni e opinione pubblica: La Grande Guerra fu una questione di vita o di morte per la classe politica liberale. Sia al momento dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, sia dopo Caporetto il 'mondo liberale' si divise, ma la spaccatura tra giolittismo e antigiolittismo non è sovrapponibile a quella tra neutralismo e interventismo: quest'ultimo rappresentò un nuovo cleavage che passò non solo all'interno della classe politica, ma nell'intera società italiana. La guerra, inoltre, portò per la prima volta a una nazionalizzazione delle masse, contribuì a innescare un processo di 'emancipazione' delle donne, un grande take over industriale e un significativo progresso tecnologico e realizzò quell'unità territoriale che era un'aspirazione dei padri fondatori del Risorgimento. Furono risultati che ebbero tuttavia un prezzo molto alto. Le fratture dell'unità nazionale, che già durante la guerra si erano manifestate, deflagrarono subito dopo, prendendo forma sociale, politica ed istituzionale. E mutati erano anche i rapporti di forza internazionali. Solo alcuni settori minoritari della classe dirigente liberale avevano presagito questi esiti, ma una consapevolezza dei problemi da affrontare non era maturata. Cosicché, attraverso un complesso processo storico, già avviato dalle vicende della guerra, che sono oggetto delle pagine di questo libro, invece del passaggio dallo Stato liberale alla democrazia liberale, si ebbe l'avvento del fascismo.
The Great War was a matter of life and death for the liberal political class. Both at the time of Italy's entry into the conflict and after Caporetto the 'liberal world' was divided, but the rift between joliitaism and anti-jewelry is not superimposed on that between neutralism and interventionism: the latter represented a new cleavage that passed not only within the political class, but in the entire Italian society. The war also led for the first time to a nationalization of the masses, helped to trigger a process of 'emancipation' of women, a great industrial take over and significant technological progress and realized that territorial unity that was an aspiration of the founding fathers of the Resurgence. They were results that were, however, very high priced. The fractures of national unity, which had already manifested themselves during the war, deflated soon after, taking social, political and institutional form. And international power relations were also changed. Only a few minority sectors of the liberal ruling class had foreshadowed these outcomes, but an awareness of the problems to be addressed had not matured. Thus, through a complex historical process, already initiated by the events of the war, which are the subject of the pages of this book, instead of the transition from the liberal state to liberal democracy, fascism was the advent.
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