Patto per l'Euro e crescita. L'austerità conviene? - 9788895151663

Patto per l'Euro e crescita. L'austerità conviene?: Il Documento di Economia e Finanza contiene, oltre l'analisi e le tendenze della finanza pubblica, il Programma di Stabilità e il Piano nazionale delle Riforme, in esecuzione di quanto a suo tempo si erano impegnati gli Stati membri per consentire l'avvio del "semestre europeo" e, in particolare del Patto per l'Euro, definito a Bruxelles dai Capi di Stato e di Governo. Nel corso del 2011 il Governo ha approvato un DL sullo sviluppo che esplicitamente si colloca all'interno delle azioni da realizzare per la competitività, nella logica del semestre europeo. Gli impegni assunti a Bruxelles sono stati un'occasione di riflessione sulle implicazioni non solo economiche ma anche istituzionali e politiche che sono legate al "Patto". L'attenzione di tutti si è concentrata sulla manovra economica e sugli specifici provvedimenti da adottare per fronteggiare la crisi finanziaria e su come ridurre il deficit. Molto si è detto a proposito di interventi a favore della crescita ma, nella sostanza, si è trattato di un esercizio che ha lasciato il passo a quello più immediatamente urgente del confronto con l'emergenza finanziaria. Passato (forse) il momento più difficile, non dobbiamo comunque dimenticare che il problema di fondo dell'economia italiana è l'andamento della produttività, stagnante ormai da un decennio. Da qualche tempo ormai si è allargato il fronte di chi sostiene l'inadeguatezza delle politiche di austerità fiscale per combattere la crisi.
The economic and financial document contains, besides the analysis and trends in public finance, the stability programme and the national plan of reforms, running than at the time they committed the Member States to allow the launch of the "European semester" and in particular of the Pact for the Euro, which is defined by the heads of State and Government in Brussels. In 2011 the Government approved a DL on the development that explicitly ranks within the actions to be taken for competitiveness, in the logic of the European semester. The commitments made in Brussels were an opportunity for reflection on the implications not only economic but also political and institutional which are related to the Covenant. Everyone's attention was focused on economic and maneuver on the specific measures to be taken in response to the financial crisis and how to reduce the deficit. Much has been said about interventions for growth but, in substance, it was an exercise that left up to the most urgent immediate comparison with the financial emergency. Past (perhaps) the most difficult moment, we must not forget that the basic problem of the Italian economy is the development of productivity, stagnant for a decade now. For some time now has covered the face of those who say the inadequacy of fiscal austerity policies to fight the crisis.