Us and them. La distopia rock dei Pink Floyd - 9788862315623

Us and them. La distopia rock dei Pink Floyd: Quella dei Pink Floyd è una vicenda ancora oggi difficile da definire: ricca di lati oscuri, fratture emotive e cicatrici interiori mai rimarginate. Dietro la nozione di pinkfloydiano, ormai imprescindibile, si annidano suoni, parole, immagini e ossessioni, che hanno dato adito a molteplici letture in cui talvolta è annegato il tentativo di capire cosa ci fosse realmente dietro "il muro". Questo è avvenuto a favore di una visione, spesso idolatrica, o limitata all'analisi di un solo singolo aspetto scaturito dalla multisensorialità di cui una simile esperienza è intrisa. Il procedere della storia emotiva della band ha senza dubbio raggiunto i suoi massimi storici nel decennio 1973-1983: gli anni del dominio del genio di Roger Waters e delle sue ossessioni. La paura costante di non essere all'altezza della lotta ideologica di cui si era fatto portavoce, insieme alla metamorfosi mostruosa di una band sempre più inglobata all'interno delle dinamiche della "macchina" dello show business, hanno portato alla costruzione di una vera e propria distopia rock in cui il gruppo e la sua vicenda interna sarebbero diventati metafora di problemi e questioni di più ampio respiro sociale, umanitario e politico. La verità nascosta in una parola sempre più rivelatrice, ma al contempo resa meno presente dall'imponente emergenza di immagini e suoni, è l'oggetto di studio di questa analisi. Utilizzando gli strumenti tipici della filologia si è tentato di scavare nell'io lirico e narrativo, tra le parole e le immagini sonore che hanno permesso di costruire questa magnifica distopia della contempo
That Pink Floyd is a story still hard to pin down: full of dark sides, emotional and inner scars never healed fractures. Behind the notion of fake pink, imperative, Nestle sounds, words, images and obsessions, which gave rise to multiple readings in which sometimes drowned trying to figure out what was really behind "the wall". This was the case in favor of a vision, idolatrous, or limited to the analysis of an often only single aspect sprung from multisensory referred such an experience is drenched. The March of history the band's emotional definitely has reached its peak in the Decade 1973-1983: the years of rule of the genius of Roger Waters and his obsessions. The constant fear of not being up to the ideological struggle which had made monstrous metamorphosis of a band spokesperson, along with increasingly subsumed within the dynamics of the "machine" of show business, led to the construction of a veritable dystopia rock where the Group and its internal affair would become a metaphor for broader social problems and issues, humanitarian and politician. The truth hidden in a word more and more revealing, but it also made less prominent by the massive emergence of images and sounds, is the object of study of this analysis. Using the typical tools of Philology attempted to dig in lyric and narrative I, between words and sound images that have helped build this magnificent dystopia of contempo