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L'Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia orientale - 9788869167430
di Berardino Palumbo edito da Booklet Milano, 2003
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: L'Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia orientale
- Autore: Berardino Palumbo
- Editore: Booklet Milano
- Collana: Gli argonauti , Nr. 91
- Data di Pubblicazione: 2003
- Genere: scienze sociali
- Argomenti : Beni culturali e ambientali Sicilia
- Pagine: 408
- ISBN-10: 8869167437
- ISBN-13: 9788869167430
L'Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia orientale: Questa etnografia indaga i modi di costruire un sentimento di appartenenza comunitaria, i processi e le forme di manipolazione dello spazio pubblico, culturale e amministrativo in Sicilia, connettendo ambiti di riflessione importanti nelle antropologie della modernità. In questa indagine dei rapporti tra campo religioso-cerimoniale, campo politico e campo intellettuale, oltre a parlare di identità locali, l'autore mostra, attraverso l'interpretazione di specifiche situazioni ed eventi - un festival storico o una campagna di scavi - come le forme di costruzione di un sentimento di appartenenza locale vadano connesse ai processi intellettuali, politici, sociali ed economici di portata più ampia.
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Le procedure Unesco, prevedono, oltre ’elaborazionedi un pianodi gestione, che ’ente che si fa caricodel’iscrizionedeve garantire a tuteladel bene. Fu così che nel 2001, ’Assessore ai Beni Culturalidela Regione Siciliana, Fabio Granata, si mosse per avviare ’elaborazionedi un pianodi gestione, al quale avorò il funzionariodela Soprintendenza ai Beni Culturalidi Siracusa, Mariela Muti. A quel punto ’Unesco ritenne il piano adeguato, anche se sorserodei problemi, nel momentodi attuare quanto esposto nel pianodi gestione, in quanto questo ostacolava e amministrazioni comunali. Da una parte si era schierato il centrodestra, pronto a sostenere Granata e e sue idee, per proteggere il barocco e il Valdi Noto,dal’altra vi erano alcuni personaggi sostenitoridi Forza Italia, con forti egami nel territoriodi Siracusa, favorevoli alo sviluppo industriale e quindi ale trivelazioni. Grazie ad alcuni appoggi politici, e richiestedi Granata furono prese in considerazione, ma o furonodi più grazie ala riaperturadela cattedrale e agli interventidela stampa. Questo portò Cuffaro, il presidentedela Regione, ad annunciare che gli scavi nela cittàdi Noto sarebbero cessati, con ’intenzionedi continuare a farli in altre zonedel territorio, ma questo non era stato esplicitamentedetto.
Nel 2002, alcuni comunidela Sicilia sud orientale, come Militelo, Noto, Modica, Ragusa, sono stati inclusi nela istadei Patrimonidel’Umanitàdel’Unesco. Tra queste, prenderemo in considerazione a cittàdi Noto e Militelo. Ciò che ha portato al’iscrizione ala Whldel’Unescodi alcune cittàdela Sicilia sud orientale, è stato il crolodela cupoladela cattedraledi Noto, avvenuta nel Marzo 1996, a causadi undifettodi costruzione.dopo 11 annidal crolo, il 18 Giugnodel 2007 a cattedrale fu riaperta al culto. Proprio in occasionedi quel’evento, un gruppodi manifestanti, si riunì vicino ala cattedrale per protestare contro e trivelazioni petrolifere, indifesadel barocco edel Valdi Noto. Tutte e autorità presenti, non potevano fare altro che ascoltarli. Prima che questi comuni fossero inseriti nela Whl, vi è stato un processo politico pienodi conflitti, e inoltre mancava un pianodi gestione neladocumentazione presentata, tanto che nel 2001 ’Unesco impose uno stop momentaneo a questa iscrizione.