La malattia dell'Occidente. Perché il lavoro non vale più - 9788858106099

La malattia dell'Occidente. Perché il lavoro non vale più: Il lavoro nel mondo avanzato vale sempre meno e non riesce più a garantire il tenore di vita che credevamo di aver conquistato per sempre. Fra le cause della sua perdita di valore ci sono la tecnologia, che consente di sostituire con le macchine il lavoro umano in un numero crescente di attività, e la globalizzazione, che spinge per il trasferimento di industrie e società verso paesi dove il costo del lavoro è più basso. Gli effetti sono perversi: da una parte c'è un crescente trasferimento di ricchezza dai paesi occidentali consumatori ai paesi emergenti produttori; dall'altra nei paesi industrializzati la ricchezza prodotta si sposta dal lavoro al capitale nelle mani di gruppi ristretti mentre la grande maggioranza vede il suo reddito crescere marginalmente, fermarsi o diminuire, con un grande aumento delle disuguaglianze. A questo si somma il prezzo altissimo pagato dalle ultime generazioni condannate al precariato e indebolite da una progressiva riduzione delle garanzie offerte dallo stato sociale. Poiché il lavoro non è più il modo per costruirsi un futuro migliore, gli effetti sono profondi anche sui valori e sui meccanismi sociali. Prevale l'individualismo, la protezione dei propri interessi visti in contrapposizione con quelli collettivi, e peggiora la qualità stessa della democrazia, che fa sempre più fatica a trovare la somma di interessi individuali nella sintesi del bene comune.
The work in the advanced world, always worth less and can no longer ensure the standard of living that we believed to have conquered forever. Among the causes of her loss of value there are technology, which replaces human labor with machines in an increasing number of tasks, and globalization, pushing for the transfer of industries and companies to countries where labour costs are lower. The effects are perverse: on the one hand, there is a growing consumer wealth transfer from Western countries to emerging producers; the other industrialized countries the wealth produced moves from labour to capital in the hands of small groups while the vast majority sees his income grow marginally, stop or decrease, with a big increase in inequality. To this is added the high price paid by the latest generations condemned to precarious and undermined by a progressive reduction of the guarantees offered by the welfare state. Since the work is no longer the way to build a better future, the effects are profound even on values and social mechanisms. Prevailing individualism, the protection of his interests in opposition to collective visas, and worsens the quality of democracy, which is increasingly difficult to find the sum of individual interests in the synthesis of the common good.