La strategia del tasso. I giorni di Bernard Hinault - 9788860411259

La strategia del tasso. I giorni di Bernard Hinault: Era le blaireau, il tasso, per via di quel suo modo particolare di nascondersi nella pancia del gruppo e poi uscire all'improvviso, quando meno te lo aspetti, per attaccare. Poco incline ai riflettori, alle frasi a effetto, ma sempre scaltro e veloce, il bretone Bernard Hinault è stato l'indiscusso dominatore di quel ciclismo che tra gli ultimi anni Settanta e i primi degli Ottanta ha vissuto forse la sua ultima stagione epica. La classe purissima e la straordinaria forza fisica gli permettevano, senza dover selezionare gli obiettivi, - come nel prudente ciclismo dei giorni nostri, - di onorare al massimo delle possibilità, che erano tante e grandi, la totalità delle gare, classiche e grandi Giri. Dalle sue origini bretoni, di cui portava con orgoglio i tratti distintivi, gli venivano l'umiltà e insieme la feroce determinazione che ne hanno fatto il campione infallibile quando si presentava al Tour de France o al Giro d'Italia ma pure l'implacabile vincitore di quella Parigi-Roubaix che non ha mai smesso di odiare visceralmente. I campioni che ha incontrato sulla sua strada sono stati solo avversari da battere nell'interminabile sfida con i propri limiti, mai nemici da umilare. Quanto di più distante dall'eroe tragico, il suo vitale rapporto con la terra gli aveva insegnato che i giorni della gloria non sono vette da cui non si può non precipitare negli abissi, ma conquiste profondamente umane, da cui ci si può allontanare serenamente.
It was le blaireau, the rate, because of his particular way of hiding in the belly of the Group and then go out suddenly, when you least expect it, to attack. Disinclined to spotlight, at sound bites, but always clever and quick, the Breton Bernard Hinault was the undisputed ruler of the cycling between the last 1970s and early 1980s lived perhaps his final season. Pure class and the extraordinary physical strength allowed him, without having to select targets, like the prudent cycling today,-to honor a maximum of possibilities, which were many and great, all the races, classic and Grand Tours. From its origins Bretons, of which proudly wore the distinctive, were humility and fierce determination that together have made the sample infallible when it appeared at the Tour de France or the tour of Italy but also the running man winner of the Paris-Roubaix which he never stopped hating viscerally. Samples that he met along the way were only opponents to beat in the endless challenge with their limitations, never enemies to umilare. About as far from the tragic hero, its vital relationship with the land had taught him that the days of glory are not peaks from which one cannot fall into the abyss, but deeply human conquests, from which one can dismiss serenely.