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Animali e «Animaliers» nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento

Animali e «Animaliers» nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento - 9788897630425

Name: Animali e «Animaliers» nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento
Brand: Fioranna
Price: 100.00 EUR
Availability: InStock
Author: Panzetta Alfonso
ISBN: 9788897630425

di Alfonso Panzetta edito da Fioranna, 2020

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Animali e «Animaliers» nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento libro di Panzetta Alfonso

Informazioni bibliografiche del Libro

Titolo del Libro: Animali e «Animaliers» nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento
Autore: Alfonso Panzetta
Editore: Fioranna
Collana: Arti plastiche. Scultura
Data di Pubblicazione: 2020
Genere: arti plastiche. scultura
Argomenti : Animali Scultura italiana
Pagine: 432
ISBN-10: 8897630421
ISBN-13: 9788897630425

Animali e «Animaliers» nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento: In Italia, già a partire dagli ultimi decenni del Settecento, grazie alla presenza dei modelli di riferimento, l'attenzione per la raffigurazione animalista è tale che molti scultori iniziano a dedicarsi a questo genere artistico, coniugando la terribilità della scultura antica con la forza dei modelli cinquecenteschi. Da questo momento, il genere animalista nella scultura italiana è sempre presente e persistente per tutto il corso del secolo XIX, seguendo in parallelo le ricerche naturaliste e romantiche prima, e quelle realiste poi, con una linea di continuità creativa che prosegue vivacissima nella seconda metà del secolo e, ininterrotta, giunge al XX secolo risultando ancora oggi, nel contemporaneo, molto praticata dagli scultori italiani emergenti. Una inequivocabile attenzione al genere, certamente in contrasto con quanto sostenuto da tutta la critica francese - anche la più recente - secondo la quale la scultura animalier, "che non risulta praticata dagli italiani", nasce in Francia in epoca romantica a far capo dall'esposizione della «Tigre che divora un coccodrillo» di Antoine-Louis Barye al Salon parigino del 1831.

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