Pilota da caccia 1942-1945 - 9788842536765

Pilota da caccia 1942-1945: Pilota d'aliante a diciotto anni, Paravicini passa dai biplani degli aeroclub ai monoplani da caccia impegnati sul deserto nordafricano, poi nel cielo di Napoli a difendere il capoluogo campano dai bombardieri americani e infine in Sardegna. La guerra, per lui e per molti altri, non finisce con l'armistizio dell'8 settembre 1943. "Ognuno faccia il suo dovere e conservi il suo posto con responsabilità, ne va sempre di mezzo la vita del pilota, mentre voi state a terra", dice in quei giorni al personale della sua squadriglia. Riprende a volare con le nuove insegne, le coccarde tricolori dell'aeronautica cobelligerante, schierata con gli Alleati. Paravicini va in missione sulla costa jugoslava e sull'Albania con la massima determinazione: spesso sono voli di ricognizione, altri d'interdizione sotto il tiro preciso della contraerea tedesca. Questo libro assume particolare importanza sul piano storico soprattutto perché l'autore rievoca l'attività operativa svolta nel 1944-45, utilizzando, fra l'altro, la pista costruita sull'isola di Lissa, dove i rapporti con le forze partigiane jugoslave non sono certo idilliaci.
Eighteen glider pilot, Paravicini passes from biplanes of the flying club to fighter monoplanes engaged on the North African desert, then in Naples to defend the capital of Campania by American bombers and finally in Sardinia. The war, for him and for many others, does not end with the Armistice of September 8, 1943. "Everyone do its thing and keep his place with responsibility, leaves always half life of the pilot, while you are on the ground," he says in those days to staff of his squadron. Takes to fly with the new insignia, the air force cobelligerante coccarde tricolori, sided with the allies. Paravicini goes on a mission on the coast of Yugoslavia and Albania with the utmost determination: they are often cut, other reconnaissance flights under the accurate shot German flak. This book is particularly important historically mainly because the author recalls the operations carried out in 1944-45, by using, inter alia, the track built on the island of vis, where relations with the Yugoslav partisan forces are hardly idyllic.