La classe. Ripensare la crisi ripensando le organizzazioni - 9788862506595

La classe. Ripensare la crisi ripensando le organizzazioni: Fare naufragio non è ineluttabile. Se la rotta è sbagliata si può invertirla. Si possono anche immaginare rotte diverse e nuovi mezzi di trasporto. Oppure si può scendere, esplorare la terra sconosciuta in cui siamo arenati e inventare nuovi modi per abitarla. La crisi non è un dato di natura. Non è capitata per caso. Non è un'onda anomala. È una crisi delle nostre relazioni. Per questo reagire significa anche osservare meglio i luoghi della nostra vita, le organizzazioni in cui abitiamo e viviamo, per capire se e come producono e alimentano il disagio e i pessimi risultati economici che sconvolgono l'esistenza di molti, ma non di tutti. Significa anche rimettere mano ai contesti di lavoro, tra cui la scuola, potenti luoghi di socialità e apprendimento per tutti noi, grandi e piccoli. Ecco perché la classe: perché la disposizione di un'aula scolastica somiglia a un organigramma e oggi abbiamo troppa azienda e troppo mercato nelle nostre vite e nelle nostre scuole. Forse, addirittura, anche nelle nostre imprese. Perché avere classe significa considerare che le forme dello stare insieme non sono altra cosa dalla qualità della nostra esistenza. E poi perché anche se c'è chi afferma che le classi sociali non esistono più, esistono eccome le differenze sociali, e non solo a causa di una cattiva distribuzione della ricchezza. Un libro per ripensare i luoghi dove si impreziosisce o si svuota di senso la nostra vita, fuggendo dalle trappole dell'aziendalismo dilagante.
Make shipwreck is not inevitable. If the route is wrong you can reverse it. You can also imagine different routes and new means of transport. Or you can get off, explore the unknown land we got stuck and invent new ways to inhabit it. The crisis is not a fact of nature. Has not happened by accident. It's not a tidal wave. It's a crisis in our relations. Why react also means a better look at the places of our lives, organizations we inhabit and live, to understand if and how to produce and supply the economic hardship and the bad results that disrupt the existence of many, but not all. It also means putting hand to work contexts, including school, powerful places of sociability and learning for all of us, young and old. That's why the class: because the arrangement of the classroom looks like an organization chart and today we have too much business and too market in our lives and in our schools. Perhaps, even, even in our businesses. Why have class means considering that the forms of being together are not other thing by the quality of our existence. And then because even if someone says that the social classes no longer exist, exist social differences, and not just because of poor distribution of wealth. A book for rethinking the places where embellishes or empties of meaning our life, fleeing from the traps of invasive aziendalism.