Il fanciullo. Un altro mondo, lo stesso mondo - 9788884199478

Il fanciullo. Un altro mondo, lo stesso mondo: Umberto Saba diffidava del Pascoli del Fanciullino. E questo, ha spiegato Andrea Zanzotto, malgrado anche a lui appartenesse il mito dell'infanzia: ma troppo bambino, solo bambino Pascoli; laddove il luogo della poesia è quello di una consustanziazione del bambino meravigliato e dell'adulto consapevole. Modello di quest'uomo-bambino, secondo Saba, Dante. "Scorciatoia" proditoria. Eppure, aggiungeva Zanzotto, Dante si è trovato nella condizione unica di creare una lingua, e con essa un mondo. L'«inizio di un nuovo tempo, di una nuova nazione»: che fuoriesce dalla sua opera col «piacere del principio», per dirla sempre con Zanzotto, di un uovo che si schiude. Per questo alla teoria del «cominciamento» che è la Vita Nova si salda la letterale infanzia degli ultimi canti del Paradiso (dove il poeta si paragona a «un fante / che bagni ancor la lingua a la mammella»). Quella «che più non si sa», ha sostenuto Giorgio Agamben in pagine classiche, è una lingua del «puro voler dire», antecedente alla sua dimensione semantica. Questa «lingua morta», «individuale e artificiosamente costruita», è la maggiore eredità consegnataci da Pascoli. E allora non è un caso che qui, insieme a lui, Maria Grazia Calandrone convochi proprio Dante (e Pasolini, e Caproni, sino ad Antonella Anedda e Guido Mazzoni). A una poesia per adulti, che oggi si rivendica, sin dall'inizio lei ha contrapposto una poesia adulta che si rivolge alla nostra infanzia perenne, al nostro «luminoso stupore».
Umberto Saba was wary of the Children's Pastures. And this, explained Andrea Zanzotto, despite the fact that he too belonged to the myth of childhood: but too child, only child Pastures; where the place of the poem is that of a consustation of the astonished child and the conscious adult. Model of this man-child, according to Saba, Dante. "Shortcut" proditoria. Yet, Zanzotto added, Dante found himself in the unique condition of creating a language, and with it a world. The "beginning of a new time, of a new nation": that comes out of his work with the "pleasure of the principle", to always say with Zanzotto, of an egg that hatches. For this reason, the theory of "initiation" that is the Vita Nova is welded to the literal childhood of the last songs of Paradise (where the poet compares himself to "a knave / who still bathes the tongue to the breast"). That "that is no longer known", argued Giorgio Agamben in classic pages, is a language of "pure wanting to say", before its semantic dimension. This "dead language", "individual and artificially constructed", is the greatest inheritance given to us by Pastures. And then it is no coincidence that here, together with him, Maria Grazia Calandrone summons Dante (and Pasolini, and Caproni, up to Antonella Anedda and Guido Mazzoni). To an adult poem, which today is claimed, from the beginning you have contrasted an adult poem that addresses our perennial childhood, our "bright amazement".