Passaporto giallo - 9788899588717

Passaporto giallo: La patria natia è una madre premurosa a cui rivolgere sempre lo sguardo malinconico, luogo al quale tendere perché custode di radici profonde impossibili da recidere. Ma quando fin dall'infanzia, vissuta in una "terra di nessuno" come la provincia lombarda, si percepisce un senso di incomunicabilità che si trasforma in uno shock culturale e linguistico che deflagra nel periodo più delicato della tua formazione, e quella patria "matrigna" ti rigetta come un corpo estraneo portandoti via l'unico vero riferimento familiare, ti senti inesorabilmente spinto verso altre sponde, quelle di sconosciute terre straniere. Il Passaporto Giallo è la sineddoche di "un cervello in fuga", di una ragazza che troverà nella musica e nell'arte il suo porto sicuro. Un viaggio alla scoperta di se stessa e del mondo che diventa sinonimo di fuga, in un groviglio di personaggi, situazioni e vortici emozionali che investono anche la forma e la qualità della scrittura in piani paralleli o sovrapposti. È bene lasciare il proprio Paese? È questo il destino di chi vive da "cittadino del mondo, sradicato, in bilico tra le lingue e le terre? Ci si può riconciliare con il proprio Paese e la propria Cultura?
The homeland is a caring mother always address the wistful, where tension because caretaker of deep roots that are impossible to sever. But when since childhood, lived in a no-man's land as the Lombard province, one feels a sense of lack of communication that turns into a culture shock and language that most delicate period of your training, deflagrates in and that the homeland " step-mother "you rejected as a foreign body carrying away the only real familiar landmarks, you feel inexorably pushed towards other shores, those of unknown foreign lands. The Yellow Passport is the Synecdoche of "brain", about a girl who finds in music and art his safe haven. A journey of discovery about herself and the world becomes synonymous with escape, in a tangle of characters, situations and emotional turbulence affecting the shape and the quality of writing in parallel or overlapping. It is good to leave your country? Is this the fate of those who live from "citizen of the world, uprooted, hovering between tongues and Lands? You can reconcile with their country and their own culture?