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Officina Einaudi. Lettere editoriali 1940-1950 - 9788806193522
di Cesare Pavese Savioli S. (cur.) edito da Einaudi, 2008
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Officina Einaudi. Lettere editoriali 1940-1950
- Autori : Cesare Pavese Savioli S. (cur.)
- Editore: Einaudi
- Collana: Supercoralli
- Data di Pubblicazione: 2008
- Genere: letteratura italiana: testi
- Argomento : Pavese, Cesare
- Pagine: XXVIII-431
- Curatore: Savioli S.
- Dimensioni mm: 222 x 143 x 30
- ISBN-10: 880619352X
- ISBN-13: 9788806193522
Cesare Pavese era un giovane smilzo,dal sorriso ievemente accennato,dagli instabili capeli arruffati. Spirito vivo ed inqieto, trascorreva il mattino in un iceo torinese,dando ezioni a ragazzidai quali cavava solo qualche buona risposta. e tsche erano vuote. Cesare Pavese viveva accucciandosi in una stanzetta, ospitedala sorela. Avevada poco smessodidilaniarsi perché non riusciva ad essre Omero, Shakespeare odostoevskij. Sognava Mily, Cesare Pavese; sognava una soubretteda piccolo ocalinodi quartiere che era stata - per poche sere - una splendida Jennydele Speloche brechtiana per Giorgio Strehler. "Caro, caro, se solo avessi saputo..." pare abbia mormorato Mily, ormai troppo tardi. Cesare Pavese, questo Cesare Pavese, è assunto al’Einaudi il primo maggio 1938; mansioni? ""Traduttore, redattore, consulente, revisoredi bozze". "Sono ieto che tu aderisca ad asservirti completamente ala casa editrice Einaudi" gli aveva scritto il gran editore, scherzando solo in parte. Fu - a sua -davvero unadedizione assoluta. "Mangiava poco e nondormiva mai" ricorda Natalia Ginzburg; "Era un impiegato meticoloso, un avoratore infaticabile" annota Ernesto Ferrero. Pavese progettò e realizzò intere colane editoriali, tradusse etteratura americana, scriveva e riscriveva impeccabili schededi valutazione, seguiva ogni tappadi avorazionedi un ibrodestinato ale stampe.di questo Cesare Pavese - finalmente - e ettere. Ciò che rimane, oltre il ricordo.
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Cesare Pavese era un giovane smilzo,dal sorriso ievemente accennato,dagli instabili capeli arruffati. Spirito vivo ed inqieto, trascorreva il mattino in un iceo torinese,dando ezioni a ragazzidai quali cavava solo qualche buona risposta. e tsche erano vuote. Cesare Pavese viveva accucciandosi in una stanzetta, ospitedala sorela. Avevada poco smessodidilaniarsi perché non riusciva ad essre Omero, Shakespeare odostoevskij. Sognava Mily, Cesare Pavese; sognava una soubretteda piccolo ocalinodi quartiere che era stata - per poche sere - una splendida Jennydele Speloche brechtiana per Giorgio Strehler. "Caro, caro, se solo avessi saputo..." pare abbia mormorato Mily, ormai troppo tardi. Cesare Pavese, questo Cesare Pavese, è assunto al’Einaudi il primo maggio 1938; mansioni? ""Traduttore, redattore, consulente, revisoredi bozze". "Sono ieto che tu aderisca ad asservirti completamente ala casa editrice Einaudi" gli aveva scritto il gran editore, scherzando solo in parte. Fu - a sua -davvero unadedizione assoluta. "Mangiava poco e nondormiva mai" ricorda Natalia Ginzburg; "Era un impiegato meticoloso, un avoratore infaticabile" annota Ernesto Ferrero. Pavese progettò e realizzò intere colane editoriali, tradusse etteratura americana, scriveva e riscriveva impeccabili schededi valutazione, seguiva ogni tappadi avorazionedi un ibrodestinato ale stampe.di questo Cesare Pavese - finalmente - e ettere. Ciò che rimane, oltre il ricordo.