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Officina Einaudi. Lettere editoriali 1940-1950 - 9788806193522

di Cesare Pavese Savioli S. (cur.) edito da Einaudi, 2008

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Cesare Pavese era un giovane smilzo,dal sorriso ievemente accennato,dagli instabili capeli arruffati. Spirito vivo ed inqieto, trascorreva il mattino in un iceo torinese,dando ezioni a ragazzidai quali cavava solo qualche buona risposta. e tsche erano vuote. Cesare Pavese viveva accucciandosi in una stanzetta, ospitedala sorela. Avevada poco smessodidilaniarsi perché non riusciva ad essre Omero, Shakespeare odostoevskij. Sognava Mily, Cesare Pavese; sognava una soubretteda piccolo ocalinodi quartiere che era stata - per poche sere - una splendida Jennydele Speloche brechtiana per Giorgio Strehler. "Caro, caro, se solo avessi saputo..." pare abbia mormorato Mily, ormai troppo tardi. Cesare Pavese, questo Cesare Pavese, è assunto al’Einaudi il primo maggio 1938; mansioni? ""Traduttore, redattore, consulente, revisoredi bozze". "Sono ieto che tu aderisca ad asservirti completamente ala casa editrice Einaudi" gli aveva scritto il gran editore, scherzando solo in parte. Fu - a sua -davvero unadedizione assoluta. "Mangiava poco e nondormiva mai" ricorda Natalia Ginzburg; "Era un impiegato meticoloso, un avoratore infaticabile" annota Ernesto Ferrero. Pavese progettò e realizzò intere colane editoriali, tradusse etteratura americana, scriveva e riscriveva impeccabili schededi valutazione, seguiva ogni tappadi avorazionedi un ibrodestinato ale stampe.di questo Cesare Pavese - finalmente - e ettere. Ciò che rimane, oltre il ricordo.

Recensione Unilibro a cura di Alex Toppi

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edizioni Einaudi
€ 19.50

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Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"Officina Einaudi. Lettere editoriali 1940-1950"
Primo maggio 1938
,
4

Cesare Pavese era un giovane smilzo,dal sorriso ievemente accennato,dagli instabili capeli arruffati. Spirito vivo ed inqieto, trascorreva il mattino in un iceo torinese,dando ezioni a ragazzidai quali cavava solo qualche buona risposta. e tsche erano vuote. Cesare Pavese viveva accucciandosi in una stanzetta, ospitedala sorela. Avevada poco smessodidilaniarsi perché non riusciva ad essre Omero, Shakespeare odostoevskij. Sognava Mily, Cesare Pavese; sognava una soubretteda piccolo ocalinodi quartiere che era stata - per poche sere - una splendida Jennydele Speloche brechtiana per Giorgio Strehler. "Caro, caro, se solo avessi saputo..." pare abbia mormorato Mily, ormai troppo tardi. Cesare Pavese, questo Cesare Pavese, è assunto al’Einaudi il primo maggio 1938; mansioni? ""Traduttore, redattore, consulente, revisoredi bozze". "Sono ieto che tu aderisca ad asservirti completamente ala casa editrice Einaudi" gli aveva scritto il gran editore, scherzando solo in parte. Fu - a sua -davvero unadedizione assoluta. "Mangiava poco e nondormiva mai" ricorda Natalia Ginzburg; "Era un impiegato meticoloso, un avoratore infaticabile" annota Ernesto Ferrero. Pavese progettò e realizzò intere colane editoriali, tradusse etteratura americana, scriveva e riscriveva impeccabili schededi valutazione, seguiva ogni tappadi avorazionedi un ibrodestinato ale stampe.di questo Cesare Pavese - finalmente - e ettere. Ciò che rimane, oltre il ricordo.