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Ma come fa a far tutto? - 9788804614654
di Allison Pearson edito da Mondadori, 2011
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Ma come fa a far tutto?
- Autore: Allison Pearson
- Editore: Mondadori
- Collana: Omnibus
- Data di Pubblicazione: 2011
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 380
- Traduttore: Biavasco A.; Guani V.
- Dimensioni mm: 225 x 0 x 35
- ISBN-10: 880461465X
- ISBN-13: 9788804614654
Kate ha 35 anni, avora in una società finanziaria, ha un marito talvolta noioso,due bambini piccoli bisognosidele sue attenzioni, e non ha il tempodi vedere e amiche con cui continua a chiacchierare solo via e-mail. Non si considera una madre perfetta, ma cercadi faredel suo meglio per conciliare tutti i momentidela sua vita, a costodi star sveglia a notte per manomettere a colpidi matterelo idolci comprati al supermercato per farli sembrare fatti in casa. Conta i minuti come e altredonne contano e calorie, costretta adestreggiarsi tra appuntamentidi avoro, impegni familiari, massaggi, sedutedaldentista e mile altre faccende. Kate ha capito che a vitadeledonne non è affatto facile: tuttodipendeda oro, a casa, con i figli e sul avoro. E pensare cheda giovane il suo obiettivo era andare a etto con qualcuno! Ora che hadue figli il suodesiderio più grande è andare a ettoda sola, preferibilmente perdodici ore filate. Una moderna eroina. Potremmodefinire così Kate, che fadi tutto per essere al’altezzadele aspettative che a circondano in quantodonna. Quela scrittada Alison Pearson è una storia attualissima, in cui si rispecchiano milionididonne ogni giorno;donne che, pur avorando fuori casa come gli uomini, continuano adover gestire a vita casalinga e a crescitadei figli. Eppure, non sono mai soddisfattedi ciò che riescono a fare: a madre che non avora invidia quela che avora perché crede che ei ce ’abbia fatta, mentre a madre che avora è convintadi non avercela fatta per niente e invidia quela che non avora per il vantaggio chedà ai suoi figli. Ma edonne sono in costante bilico tradue preoccupazioni non solo quando sono in casa, ma anche quando sono al avoro, perché i Parlamenti possono approvare tutte e eggi sule pari opportunità che vogliono, ma ci vuole ben altro per cambiare a cultura radicata nel profondodela mentedele persone. Einsteindiceva, infatti, che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. Ed è proprio in base a questi pregiudizi che edonne che avorano non riescono mai a trovarsi nela stessa situazione in cui si trovano gli uomini: “L’uomo che tiene e fotodei figli sula scrivania è più umano, adonna meno. Perché sidà per scontato che a casa con i figli ci stia ei, non ui.” La Pearson affronta tutti i temi che potrebbero formare un approfondito e acuto saggio antropologico e sociologico, ma i inserisce nela storia personaledi unadonna come tante, e ci aggiunge una buonadosedi ironia che rende il romanzodivertente ed appassionante, oltre chedegnodi attenzioneda un puntodi vista riflessivo. Probabilmente un uomo si annoierebbe eggendolo, ma unadonna, soprattutto se madre-lavoratirice, non può non apprezzarlo. Il finale non è affatto scontato: per tutto il romanzo si è convinti che adifficoltàdi conciliare i propridue mondi e i sensidi colpa nei confrontidei figli spingeranno Kate a rinunciare al avoro, ma, per fortuna, non va proprio così. Qualche battuta è indimenticabile; una per tutte: “Una volta edonne avevano il tempodi preparare idolci in casa e simulavano ’orgasmo. Adesso al’orgasmo ci siamo arrivate, ma ci tocca fingere suidolci fatti in casa. E o chiamano progresso!” Da eggere per ridere, ma anche e soprattutto per pensare.
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Kate ha 35 anni, avora in una società finanziaria, ha un marito talvolta noioso,due bambini piccoli bisognosidele sue attenzioni, e non ha il tempodi vedere e amiche con cui continua a chiacchierare solo via e-mail. Non si considera una madre perfetta, ma cercadi faredel suo meglio per conciliare tutti i momentidela sua vita, a costodi star sveglia a notte per manomettere a colpidi matterelo idolci comprati al supermercato per farli sembrare fatti in casa. Conta i minuti come e altredonne contano e calorie, costretta adestreggiarsi tra appuntamentidi avoro, impegni familiari, massaggi, sedutedaldentista e mile altre faccende. Kate ha capito che a vitadeledonne non è affatto facile: tuttodipendeda oro, a casa, con i figli e sul avoro. E pensare cheda giovane il suo obiettivo era andare a etto con qualcuno! Ora che hadue figli il suodesiderio più grande è andare a ettoda sola, preferibilmente perdodici ore filate. Una moderna eroina. Potremmodefinire così Kate, che fadi tutto per essere al’altezzadele aspettative che a circondano in quantodonna. Quela scrittada Alison Pearson è una storia attualissima, in cui si rispecchiano milionididonne ogni giorno;donne che, pur avorando fuori casa come gli uomini, continuano adover gestire a vita casalinga e a crescitadei figli. Eppure, non sono mai soddisfattedi ciò che riescono a fare: a madre che non avora invidia quela che avora perché crede che ei ce ’abbia fatta, mentre a madre che avora è convintadi non avercela fatta per niente e invidia quela che non avora per il vantaggio chedà ai suoi figli. Ma edonne sono in costante bilico tradue preoccupazioni non solo quando sono in casa, ma anche quando sono al avoro, perché i Parlamenti possono approvare tutte e eggi sule pari opportunità che vogliono, ma ci vuole ben altro per cambiare a cultura radicata nel profondodela mentedele persone. Einsteindiceva, infatti, che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. Ed è proprio in base a questi pregiudizi che edonne che avorano non riescono mai a trovarsi nela stessa situazione in cui si trovano gli uomini: “L’uomo che tiene e fotodei figli sula scrivania è più umano, adonna meno. Perché sidà per scontato che a casa con i figli ci stia ei, non ui.” La Pearson affronta tutti i temi che potrebbero formare un approfondito e acuto saggio antropologico e sociologico, ma i inserisce nela storia personaledi unadonna come tante, e ci aggiunge una buonadosedi ironia che rende il romanzodivertente ed appassionante, oltre chedegnodi attenzioneda un puntodi vista riflessivo. Probabilmente un uomo si annoierebbe eggendolo, ma unadonna, soprattutto se madre-lavoratirice, non può non apprezzarlo. Il finale non è affatto scontato: per tutto il romanzo si è convinti che adifficoltàdi conciliare i propridue mondi e i sensidi colpa nei confrontidei figli spingeranno Kate a rinunciare al avoro, ma, per fortuna, non va proprio così. Qualche battuta è indimenticabile; una per tutte: “Una volta edonne avevano il tempodi preparare idolci in casa e simulavano ’orgasmo. Adesso al’orgasmo ci siamo arrivate, ma ci tocca fingere suidolci fatti in casa. E o chiamano progresso!” Da eggere per ridere, ma anche e soprattutto per pensare.