La città che non c'era. Lo sviluppo urbano di Palermo nel secondo dopoguerra - 9788896251775

La città che non c'era. Lo sviluppo urbano di Palermo nel secondo dopoguerra: Tra il 1943 e il 1971 l'area urbanizzata di Palermo si amplia da 600 a 5.000 ettari. È il cosiddetto "sacco di Palermo", un'espansione edilizia incontrollata, che porta il capoluogo siciliano a essere la città italiana con più vani inabitati in relazione a quelli edificati, mentre nei catoi del suo centro storico migliaia di persone rimangono relegate a una vita di stenti. Una storia diventata un topos nel racconto della città, con i suoi momenti di climax, rappresentati dalla distruzione delle ville della Palermo del Liberty. Il lavoro di ricerca dell'autore porta a un racconto a più voci che, pur senza sminuire le gravi responsabilità della politica e il pesante intervento di Cosa Nostra nella sistematica cementificazione dei giardini della Conca d'Oro, inserisce questa vicenda nel suo contesto storico, quello di una generale e corale corsa verso la modernità, che passa, qui come altrove in Italia, dalla separazione fisica dei ceti, che da verticale si fa orizzontale, creando zone che siano prova e certificazione dello status sociale acquisito o conquistato. Una storia che, depurata dal rimpianto per ciò che è stato perso, determina ancora l'identità contemporanea della città. Prefazione di Lidia Piccioni.
Between 1943 and 1971 the urbanized area of Palermo expanded from 600 to 5,000 hectares. It is the so-called "sack of Palermo", an uncontrolled building expansion, which leads the Sicilian capital to be the Italian city with the most uninhabited spaces in relation to those built, while in the catoi of its historic center thousands of people remain relegated to a lifetime of hardship. A story that has become a topos in the story of the city, with its moments of climax, represented by the destruction of the villas of Palermo del Liberty. The author's research work leads to a multi-voiced story that, while not diminishing the serious responsibilities of politics and the heavy intervention of Cosa Nostra in the systematic cementing of the gardens of the Golden Conca, inserts this story into its historical context, that of a general and choral race towards modernity, which passes, here as elsewhere in Italy, from the physical separation of the classes, which from the vertical becomes horizontal, creating areas that are proof and certification of the acquired social status or Conquered. A story that, purged from regret for what has been lost, still determines the contemporary identity of the city. Foreword by Lidia Piccioni.