Liberarsi dalla necessità degli ospedali psichiatrici giudiziari. Quasi un manuale - 9788872232958

Liberarsi dalla necessità degli ospedali psichiatrici giudiziari. Quasi un manuale: Mario Tommasini è uno degli uomini che in Italia ha saputo trasformare bisogni in diritti, uno degli uomini che in vent'anni di lavoro politico ha vissuto per le tre ecologie: della mente, del sociale e dell'ambiente, senza mai dividerle. Per un'idea della politica e dell'uomo che fa dell'utopia un luogo che può essere dappertutto: nelle città, nei quartieri, nelle istituzioni. Dedicato a Mario Tommasini, l'uomo dei sogni "impossibili", il libro segue il processo di chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari che si è concluso nel gennaio di quest'anno e che deve affrontare ora i nodi ereditati dal secolo scorso, diventati tanto intricati che appare follia solo pensare di scioglierli. La sequenza incalzante dei contributi di Pietro Pellegrini e dei suoi compagni e l'impostazione dialettica dei contenuti costituiscono una sorta di cantiere nel quale il lettore può ricavare un'idea chiara del cambiamento in corso. L'impegno che ha da sempre animato Mario Tommasini sembra rivivere nella campagna per abbattere i muri dei manicomi giudiziari, l'ultimo luogo di internamento arcaico e brutale sopravvissuto ai grandi cambiamenti degli anni '70. A 140 anni dall'apertura del primo manicomio criminale ad Aversa e quasi 40 dalla legge 180 del 1978, il nostro paese si è liberato dall'istituzione più brutale. E proprio "liberarsi dalla necessità del carcere" era uno degli slogan programmatici del lavoro di Mario, di Franco Rotelli e di tanti altri compagni di strada. Il carcere come lotta contro l'esclusione e l'emarginazione, contro la necessità del manicomio, del brefotrofio, degli
Mario Tommasini is one of the men who in Italy has been able to transform needs into rights, one of the men who in twenty years of political work has lived for the three ecologies: of the mind, of the social and of the environment, without ever dividing them. For an idea of politics and man who makes utopia a place that can be anywhere: in cities, neighborhoods, institutions. Dedicated to Mario Tommasini, the man of "impossible" dreams, the book follows the process of closure of judicial psychiatric hospitals that ended in January of this year and which must now face the knots inherited from the last century, which have become so intricate that it seems madness just to think of untying them. The pressing sequence of the contributions of Pietro Pellegrini and his companions and the dialectical setting of the contents constitute a sort of construction site in which the reader can derive a clear idea of the change underway. The commitment that has always animated Mario Tommasini seems to live again in the campaign to break down the walls of judicial asylums, the last place of archaic and brutal internment survived the great changes of the 70s. 140 years after the opening of the first criminal asylum in Aversa and almost 40 from Law 180 of 1978, our country has freed itself from the most brutal institution. And "freeing oneself from the need for prison" was one of the programmatic slogans of the work of Mario, Franco Rotelli and many other fellow travelers. Prison as a fight against exclusion and marginalization, against the need for the asylum, the orphanage, the