Shakespeare intermediale. I drammi romani - 9788897276302

Shakespeare intermediale. I drammi romani: Che cos'è l'intermedialità? In che rapporto si pone con la ri-mediazione e l'adattamento? Come può il testo teatrale di Shakespeare costituire un esempio ante litteram di scrittura intermediale? In che modo il cinema ha ri-mediato il teatro shakespeariano, adattandolo alle proprie esigenze estetiche e commerciali? Queste sono alcune delle domande alle quali il libro si propone di rispondere, assumendo come oggetto principale di analisi i "drammi romani". Con "Tito Andronico", "Giulio Cesare", "Antonio e Cleopatra", "Coriolano" e "Cimbelino", infatti, Shakespeare si appropria delle storie e delle leggende su Roma antica che circolavano copiose nella società rinascimentale inglese e le adatta ad un palcoscenico, quello elisabettiano, che appariva agli uomini del tempo incredibilmente simile ad un anfiteatro romano. Così facendo egli divulga e al contempo costruisce per il primo pubblico di massa un'idea di Roma affascinante e inquietante. Un gesto che il cinema non mancherà di emulare, facendo proprio e adattando a sua volta lo Shakespeare "romano" per il grande schermo con opere come "Giulio Cesare" e "Cleopatra" di J. Mankiewicz, "Titus" di J. Taymor e "Coriolano" di Ralph Fiennes.
What is intermediality? In that report should include the re-arranging and adaptation? How can the Shakespeare play set an example ahead of Intermedia writing? How cinema has re-mediated Shakespearean plays, adapted to their commercial and aesthetic needs? These are some of the questions that the book aims to respond, taking as the main object of analysis i "Roman dramas". With "Titus Andronicus", "Julius Caesar," "Antony and Cleopatra", "Coriolanus" and Shakespeare's "Cymbeline" appropriates the stories and legends about ancient Rome that circulated copious Renaissance society English and suitable for an Elizabethan stage, that which appeared to the men of the time incredibly similar to a Roman Amphitheater. In doing so, he discloses and at the same time builds for the first mass audience an idea of Rome fascinating and disturbing. A gesture that cinema will emulate, doing it right and adapting in turn the Shakespeare "Roman" for the big screen with works such as "Julius Caesar" and "Cleopatra" by j. Mankiewicz, "Titus" from j. Taymor and "Coriolanus" by Ralph Fiennes.