Pablo Echaurren. Du champ magnétique. Opere-Works 1977-2017. Catalogo della mostra (Venezia, 9 maggio - 15 ottobre 2017). Ediz. illustrata - 9788836637003

Pablo Echaurren. Du champ magnétique. Opere-Works 1977-2017. Catalogo della mostra (Venezia, 9 maggio - 15 ottobre 2017). Ediz. illustrata: Sin dagli esordi, tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta, Pablo Echaurren manifesta il suo interesse per Marcel Duchamp quando esegue la serie dei cosiddetti "quadratini", opere fondate sulla miniaturizzazione e la ripetizione del segno, sulla commistione tra fonti alte e basse, sull'intreccio straniante tra parola e immagine. A distanza di quarant'anni Echaurren torna a riflettere sull'opera duchampiana, realizzando un nuovo ciclo di cinquanta collage dedicati alla "Boîte verte" (1934), da cui emerge una rilettura del modello più cerebrale e meditata che in passato, sintomo dell'urgenza di riannodare i fili di un dialogo avviato in gioventù e mai interrotto, che oggi ha un'intonazione autobiografica e il carattere di un primo bilancio retrospettivo sul proprio percorso artistico ed esistenziale. Confrontandosi oggi con l'opera di Duchamp, Echaurren rilegge la sua storia personale, le passioni, le idiosincrasie e le ossessioni di una vita spesa a demistificare il culto dell'arte, intesa come ambito separato dall'esistenza, e i valori di unicità e genialità a essa associati.
Since its inception in the late 1960s and early 1970s, Pablo Echaurren manifested his interest in Marcel Duchamp when the series of so-called "squares", works based on miniaturization and repetition of the sign, the mix of high and low sources, about alienating weave between Word and image. Forty years later Echaurren back to reflect on the work of Duchamp, creating a new cycle of fifty collage dedicated to "Bo??te verte" (1934), which shows a reinterpretation of the model more cerebral and thoughtful than in the past, a symptom of the urgent need to resume the threads of a dialogue initiated in his youth and never interrupted, which today has an autobiographical intonation and character of a first retrospective on their artistic and existential balance. Comparing today with the work of Duchamp, Echaurren re-reads his personal history, the passions, the idiosyncrasies and obsessions of a life spent to demystify the cult of art, understood as separate scope from existence and values of uniqueness and brilliance associated with it.