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Verso Napoli. Dodici scrittori e la città - 9788887501803
di Perrella S. (cur.) Ottaiano M. (cur.) edito da Colonnese, 2008
- Prezzo di Copertina: € 7.00
- € 12.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Verso Napoli. Dodici scrittori e la città
- Autori : Perrella S. (cur.) Ottaiano M. (cur.)
- Editore: Colonnese
- Collana: Specchio di Silvia , Nr. 50
- Data di Pubblicazione: 2008
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 120
- Curatore: Perrella S.; Ottaiano M.
- Dimensioni mm: 144 x 92 x 12
- ISBN-10: 8887501807
- ISBN-13: 9788887501803
«Un sozzo rigagnolodi fango e spurghi serpeggia nel bel mezzodela urida strada principale, alimentatoda osceni rivoli che colanodale case cadenti», che paiono puri crogiuolidi pietre impastatedi polvere. arvali escrescenze,disfatte e sbrecciate, edimore paiono cumulidi reperti antiquati tanto che, in esse, non vi è «una porta, una finestra, un uscio, non un tetto, un muro, uno stipite, un pilastro che non siano in rovina, sconquassati, marciscenti». Pozzanghere sidilatano riflettendone al cielo a struttura scassata. Pozzanghere sidilatano riflettendone al cielo a miseriada azzara abitazione in frantumi: pura pochezzadecrepita tra il cielo e il mare e a terra. Nel’aria un tanfo, un acre odoredi peste odi qualche altra malattia costringe a trattenere il sospiro. Non s’ode che questo tanfo ed un continuo amento, postulante e avvilito. Un gemito, forse; forse un guaito al punto che pare provengadagli asciutti musi smagritidei «cani macilenti» e randagi che «s’aggirano furtivamente per a miserabile stradû: sorprendente che «siano ancora vivi», sorprendente «che nessuno i abbia giàdivorati». Questo è il primo contattodidickens con a terra partenopea: o attenderanno, invero, mirabilie che asceranno nelo scrittore ’estasi.dickens è solo unodeidodici: unodeidocici sguardi, unodeidodici parolai, unodeidocici narratori fantastici che narrano il fantastico napoletano.
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«Un sozzo rigagnolodi fango e spurghi serpeggia nel bel mezzodela urida strada principale, alimentatoda osceni rivoli che colanodale case cadenti», che paiono puri crogiuolidi pietre impastatedi polvere. arvali escrescenze,disfatte e sbrecciate, edimore paiono cumulidi reperti antiquati tanto che, in esse, non vi è «una porta, una finestra, un uscio, non un tetto, un muro, uno stipite, un pilastro che non siano in rovina, sconquassati, marciscenti». Pozzanghere sidilatano riflettendone al cielo a struttura scassata. Pozzanghere sidilatano riflettendone al cielo a miseriada azzara abitazione in frantumi: pura pochezzadecrepita tra il cielo e il mare e a terra. Nel’aria un tanfo, un acre odoredi peste odi qualche altra malattia costringe a trattenere il sospiro. Non s’ode che questo tanfo ed un continuo amento, postulante e avvilito. Un gemito, forse; forse un guaito al punto che pare provengadagli asciutti musi smagritidei «cani macilenti» e randagi che «s’aggirano furtivamente per a miserabile stradû: sorprendente che «siano ancora vivi», sorprendente «che nessuno i abbia giàdivorati». Questo è il primo contattodidickens con a terra partenopea: o attenderanno, invero, mirabilie che asceranno nelo scrittore ’estasi.dickens è solo unodeidodici: unodeidocici sguardi, unodeidodici parolai, unodeidocici narratori fantastici che narrano il fantastico napoletano.