I Nostri tempi - 9788838923814

I Nostri tempi: Un uomo sulla soglia dei settant'anni confessa il proprio stato d'animo di fronte al mondo. Lo fa in soliloqui mentre percorre ossessivamente, quasi in un incubo di ripetizione, le strade della sua città, diventata - com'è ricorrente rappresentazione della città della narrativa di Ferriera - una sorta di non luogo imprevedibile e carico di eventi casuali e inspiegabili, comici o disperati, affettuosi o violenti, indifferentemente. Il suo andare è cadenzato da ripetute cadute, un fastidioso continuo inciampare dei passi incerti che fa irrompere il protagonista, osservatore soggettivo, perentoriamente dentro i fatti cui assiste, trasformandolo da narratore a personaggio narrato. I suoi sono pensieri brevi, interrogano dubbiosamente su fatti e situazioni comuni, oppure narrano insignificanti avvenimenti che improvvisamente virano nell'emblematico: in parte considerazioni di un'ispida e incerta saggezza, in parte espressioni di smarrimento infantile, in parte disperate nostalgie e rimproveri al passare del tempo o scintille di speranza nel futuro; in parte sogni, visioni, forse deliri. E in ognuno di essi si sente riecheggiare in effetti la recita dell'assurdo di un grande uomo di teatro, come in un ultimo nastro.
A man on the threshold of 70 years confess your mood in front of the world. Do soliloquies while obsessively, almost into a nightmare travels of repetition, the streets of his city, become-how applicant representation of the city of narrative of the ironworks-a sort of unpredictable and full of random events and unexplained, comedians or desperate, affectionate or violent, indifferently. His going is clocked by repeated falls, an annoying continuous tripping of uncertain steps that does break the protagonist, subjective observer, peremptorily inside the facts which assists, transforming it from a narrator character narrated. Hers are short thoughts, questioning dubiously on facts and common situations, or narrate insignificant events that suddenly turn into emblematic: a scraggly considerations and partly uncertain wisdom, partly partly lost desperate expression childish nostalgia and reproaches to the passage of time or sparks of hope for the future; partly dreams, visions, perhaps delusions. And in each of them feels to echo the recitation of the absurd of a great man of the theater, as in a last Ribbon.