Dante e la sua eredità a Ravenna nel Trecento - 9788880638230

Dante e la sua eredità a Ravenna nel Trecento: All'inizio del Trecento Ravenna offrì a Dante l'ultimo rifugio, secondo la felice formulazione del celebre libro di Corrado Ricci, e a Ravenna, dopo il fatale 14 settembre 132f, il poeta trovò la sua ultima dimora. Sotto le ali della signoria di Guido Novello da Polenta, dunque, Dante passò gli anni estremi della sua vita: in città compose le egloghe indirizzate al maestro bolognese Giovanni del Virgilio, estremo lascito letterario della sua arte e della sua cultura. Intorno a Dante si creò prestissimo un nucleo di devoti e ammiratori, alcuni dei quali ricordati nelle egloghe dietro lo schermo bucolico: Dino Perini, Fiduccio de' Milotti, Guido Vacchetta. Ma il sacro fuoco delle lettere non si spense a Ravenna con la morte del sommo poeta: lì agirono maestri e letterati che, ereditando il testimone di una tradizione illustre, fecero della città romagnola un centro non indifferente del primo Umanesimo fiorito nel corso del Trecento. Altre figure, soltanto apparentemente minori, come quelle di Donato Albanzani, caro amico di Petrarca, e di Giovanni Conversini, maestro rinomato ai suoi tempi, illustrarono con il loro magistero la vita culturale di Ravenna nel solco dei gloriosi esempi offerti dal passato remoto e più recente. Il volume, affidato a diversi specialisti dell'argomento, intende presentare l'impatto culturale che Dante Alighieri ebbe sulla cultura ravennate del Trecento.
At the beginning of the fourteenth century Ravenna offered Dante the last refuge, according to the wording of the famous happy book by Corrado Ricci, and Ravenna, after fatal September 14, 13 2f, the poet found his final resting place. Under the wings of the lordship of Guido Novello da Polenta, so Dante spent the years of his life: extremes in the city composed the eclogues addressed to the bolognese master Giovanni del Virgilio, extreme literary estate of its art and culture. Around Dante soon created a core of devotees and admirers, some of whom remembered in eclogues behind the screen: Dino bucolic Perini, Fiduccio de ' Makanda, Guido Cowhide. But the sacred fire of the letters went to Ravenna with the death of the great poet: there acted masters and scholars who, inheriting the witness of an illustrious tradition, made the city a considerable Centre of Romagna the first Humanism flourished in the fourteenth century. Other figures, only apparently minor, such as Donato Ezadehk, close friend of Petrarch, and John Chandak, master famous in his day, illustrated with their Magisterium Ravenna's cultural life in the wake of the glorious examples offered by the most recent and remote past. The volume, entrusted to various specialists, intends to present the cultural impact that had on culture, Dante Alighieri of Ravenna.