Linguaggio e filosofia nella Grecia antica. Tra i pitagorici e Aristotele - 9788863720693

Linguaggio e filosofia nella Grecia antica. Tra i pitagorici e Aristotele: Quando il tema del linguaggio compare in opere famose, dal Cratilo platonico all'aristotelico De interpretatione, ha già raggiunto 'un certo grado di maturità'. Osservando il linguaggio come un oggetto di indagine, il pensiero filosofico si è distaccato con nettezza dalla modalità arcaica, mitologica di considerare le parole. Inoltre, attraverso i tentativi di concettualizzare il linguaggio, ha fatto emergere progressivamente gli elementi definitori fondamentali per ogni successiva posizione del problema linguistico. Senza queste premesse è difficile comprendere perché la filosofia, da Platone in poi, abbia potuto sollevare la questione della validità del segno linguistico per la conoscenza. Il libro ricostruisce il tema della riflessione metalinguistica a partire dal pitagorismo, i suoi limiti epistemologici, le esigenze a cui risponde il successivo modello democriteo del linguaggio, e mostra che quelle teorie permettono una rilettura innovativa dei testi più noti della filosofia greca del linguaggio, da Platone a Aristotele.
When the topic of language shows up in famous paintings, from the Platonic Aristotle's De interpretatione, the Cratylus has already reached a certain level of maturity. Observing the language as a subject of inquiry, the philosophical thought departed clearly archaic mythological mode of considering the words. In addition, through attempts to conceptualize language, fundamental definitional elements brought out progressively for each subsequent position of the language problem. Without this background it is difficult to understand why the philosophy, from Plato onwards, was able to raise the issue of the validity of the linguistic sign knowledge. The book reconstructs the issue metalingual reflection starting from Roman deity epistemological limitations as well, the needs involved in the subsequent democritean model of language, and shows that those theories allow for innovative reinterpretation of known texts of the Greek philosophy of language, from Plato to Aristotle.