Contro la cultura. La letteratura, per fortuna - 9788834333501

Contro la cultura. La letteratura, per fortuna: Perché «Contro la cultura»? Il titolo di questo saggio di Silvano Petrosino è volutamente provocatorio, contro il mainstream dell'industria culturale odierna fatta di luoghi comuni: la letteratura si alimenta di pura gratuità, è al servizio della sola bellezza; lo scrittore scrive per se stesso, per dare voce a ciò che viene dal profondo della sua anima... E quest'idea di 'cultura' finisce, tra l'altro, per fornire l'alibi perfetto ai tanti che, convincendosi di inseguire il 'capolavoro' artistico, scrivono e scrivono solo in cerca di gratificazione e consolazione personale. L'antidoto contro queste cultura che appiattisce l'arte nel momento stesso in cui la innalza su un piedistallo c'è, ed è la letteratura, per fortuna, come appunto continua il titolo del saggio di Petrosino. La letteratura vera, che si rivela un dispositivo 'drammatico' e di grande forza rivoluzionaria: una 'finzione' che pretende di dare testimonianza alla 'verità' più profonda dell'umano. Scoprire come questo accada e quali sublimi strumenti lo rendano possibile è il proposito di Petrosino, che chiama in causa gli scrittori più amati, da Kundera a Nabokov, da Kafka a Singer, e i critici più acuti, da Blanchot a Derrida, a Barthes. L'autentica letteratura non necessariamente incontra il favore dei mercati (e comunque non lo chiede), non cerca la patinata rassegna dei sentimenti, si sporca volentieri le mani nelle profondità più buie delle emozioni, non ha paura di usare l'immaginario e il fantastico in voli altissimi e spericolati. E non si stanca di invitare ogni lettore a cogliere, come chiosa alla pe
Why "Against culture"? The title of this essay by Silvano Petrosino is deliberately provocative, against the mainstream of today's cultural industry made up of clichés: literature feeds on pure gratuitousness, it is at the service of beauty alone; the writer writes for himself, to give voice to what comes from the depths of his soul... And this idea of 'culture' ends, among other things, to provide the perfect alibi to the many who, convincing themselves to pursue the artistic 'masterpiece', write and write only in search of personal gratification and consolation. The antidote to these cultures that flattens art at the very moment when it lifts it on a pedestal is there, and it is literature, fortunately, as precisely continues the title of Petrosino's essay. True literature, which turns out to be a 'dramatic' device and of great revolutionary force: a 'fiction' that purports to bear witness to the deepest 'truth' of the human. Finding out how this happens and what sublime tools make it possible is the purpose of Petrosino, who calls into question the most beloved writers, from Kundera to Nabokov, from Kafka to Singer, and the sharpest critics, from Blanchot to Derrida, to Barthes. Authentic literature does not necessarily meet the favor of the markets (and in any case does not ask for it), does not seek the glossy review of feelings, willingly gets his hands dirty in the darkest depths of emotions, he is not afraid to use the imagination and the fantastic in sky-high and reckless flights. And he never tires of inviting every reader to seize, as he quips at the pe