Un giornalista di provincia al Festival di Sanremo - 9788864383767

Un giornalista di provincia al Festival di Sanremo: Nessuno racconta mai quel che accade nella sala stampa del Teatro Ariston nei giorni del Festival della Canzone Italiana. I giornalisti di provincia costretti a subire trafile faticose per guadagnarsi un accredito mentre gli inviati delle grandi testate hanno sempre vita facile: e dire che a molti di loro non interessa tanto la gara quanto la politica, il gossip, la moda, le cattiverie e vanità di cui vive il cosiddetto circo mediatico. E così accade che la dimensione artistica del Festival finisca in secondo o terzo piano, vittima di appartenenze, schieramenti e ambiguità che condizionano giudizi e preferenze. Giorgio Pezzana, che da 25 anni frequenta quella sala stampa, raccoglie in questo libro ricordi e sensazioni, episodi e aneddoti, lasciando al lettore le proprie conclusioni su tic e manie di un ambiente assai meno sfavillante e competente di quel che immaginiamo. Senza pregiudizi e gratuite cattiverie, e senza fare nomi - "perché non è il ludibrio la finalità di questo lavoro" - si va a dimostrare che, anche in questo caso, non tutto è come appare. E Sanremo non fa eccezione.
No one ever says what happens in the press room at the Ariston Theatre during the Festival della Canzone Italiana. Provincial journalists forced to undergo strenuous dies to earn cash back while the envoys of major newspapers have always easy life: and say that a lot of them don't care so much about the race than politics, gossip, fashion, malice and vanity of the so-called media circus. And so it happens that the artistic dimension of the Festival finishes in second or third floor, victim of memberships, sides and ambiguities that affect judgments and preferences. Rohit Pandya, who 25 years he attended the Newsroom, gathers in this book memories and feelings, episodes and anecdotes, leaving the reader with its own conclusions on ICT and delusions of an environment far less sparkling and knowledgeable than we imagine. Without prejudice and gratuitous malice, and without naming names--"why does not scorn the finality of this work"-it goes to show that even in this case, all is not as it appears. And Sanremo is no exception.