La voce minima. Trauma e memoria storica - 9788872858592

La voce minima. Trauma e memoria storica: La questione che il libro affronta è quella della rappresentabilità di un trauma storico estremo, come la Shoah, con i mezzi linguistici della letteratura e del cinema, e delle difficoltà che essa presenta. Ricorrendo a moduli narrativi tradizionali si rischia infatti di spettacolarizzare il trauma e di tradirne il nucleo più profondo e doloroso. D'altra parte è necessario elaborare la memoria del trauma, oppure esso, rimosso e inconscio, rischia di ripresentarsi in forme distruttive nel reale. Nel volume questa problematica è considerata partendo da registi come Polanski e da poeti come Paul Celan, e tenendo presenti le riflessioni sul trauma storico di psicoanalisti come Freud e Ferenczi. L'ultimo capitolo si sofferma su Celan, commentando un certo numero di sue poesie in cui si fa esplicito riferimento al linguaggio alchemico, e cerca di capire perché egli faccia ricorso a questo antico sistema simbolico. Le poesie sono proposte integralmente in una nuova traduzione a cura dell'autore.
The question that the book addresses is that of historical trauma Representability extreme, like the Holocaust, with the linguistic means of literature and film, and the difficulties that it presents. Using traditional narrative forms you may indeed by a spectacle of trauma and of betraying the deepest core and painful. On the other hand you have to process the memory of trauma, or it, removed and unconscious, is likely to recur in destructive forms in the real. In this issue is considered from directors like Polanski and by poets such as Paul Celan, and bearing in mind the reflections on historical trauma of psychoanalysts like Freud and Ferenczi. The final chapter focuses on Celan, commenting on a number of his poems in which makes explicit reference to alchemical language, and tries to understand why he make use of this ancient symbolic system. The poems are presented in a new translation by the author.