Cola dell'Amatrice pittore. I giorni di Roma, gli anni dell'Appennino - 9788899765231

Cola dell'Amatrice pittore. I giorni di Roma, gli anni dell'Appennino: È attraverso l'esperienza di Cola dell'Amatrice detto il Filotesio (Amatrice, 1480 circa-Ascoli Piceno, ante 1553) e del suo pervicace e alterno rapporto con Roma che meglio si può intendere la dialettica tra centro e periferie vissuta da un'intera generazione di artisti di confine, all'opera nelle propaggini appenniniche tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa. Pittori di professione, ma in realtà zingari e girovaghi attivi lungo i litorali adriatici o nelle valli pedemontane, avevano varcato prima di lui le porte di Ascoli e dell'Aquila, e Cola stesso ne aveva visti a decine di piccoli maestri assiepati alle pendici delle asperrime creste d'Abruzzo, d'Umbria e della Marca: la pittura di luce camerte, gli iperrealismi adriatici, i "forastieri", gli "oltremontani", i "lombardi". Tante forme e diversi idiomi minori coesistevano su tali strade (crocevia economici prima che culturali): in astratto, Cola potrebbe quasi essere la lente con cui decifrare i modi e i tempi di diffusione dei principali linguaggi artistici in quelle terre. Insomma, viaggiò. Intese a suo modo Raffaello e Bramante a Roma, lavorò non solo in Ascoli e all'Aquila, ma anche a Subiaco, Farfa, Perugia, Città di Castello, Norcia e Amatrice, luoghi dove portò la sua "rustica maniera". I risultati delle indagini comprese in questo libro prendono le mosse dalle fonti e dalla letteratura artistica che ha trattato del personaggio, da Vasari fino ai giorni nostri: si tratta di informazioni inedite, di approfondimenti sulla geografia artistica dei luoghi coinvolti, di affondi iconografici e di riflessioni di
It is through the experience of Cola Dell'amatrice called the Philotesio (Amatrice, 1480 about-Ascoli Piceno, Ante 1553) and its stubborn and alternate relationship with Rome that better can be understood the dialectic between center and periphery lived by an entire generation of Border artists, at work in the Apennine offshoots between the Kingdom of Naples and the state of the church. Painters by profession, but in fact Gypsies and Wanderers active along the Adriatic coasts or in the foothills, had crossed before him the doors of Ascoli and Dell'aquila, and Cola himself had seen dozens of small masters assembled on the slopes of Asperrime crests of Abruzzo, Umbria and the brand: The painting of Light Camerte, the Adriatic Hyperrealismi, the "Forastieri", the "Oltremontani", the "Lombardi". Many forms and several minor idioms coexisted on such roads (economic crossroads before and cultural): in the abstract, Cola could almost be the lens with which to decipher the ways and times of diffusion of the main artistic languages in those lands. I mean, he traveled. Designed in his own way Raphael and Bramante in Rome, he worked not only in Ascoli and L'Aquila, but also in Subiaco, Farfa, Perugia, Città di Castello, Norcia and Amatrice, places where he brought his "rustic way". The results of the investigations included in this book take the steps from the sources and the artistic literature that has treated the character, from Vasari to the present day: It is about unpublished information, about the artistic geography of the places involved, of iconographic lunges and reflections of