Creature dell'abitudine. Abito, costume, seconda natura da Aristotele alle scienze cognitive - 9788815274724

Creature dell'abitudine. Abito, costume, seconda natura da Aristotele alle scienze cognitive: La filosofia, fin dall'antichità, ha pensato l'abitudine, servendosi, per definirla, di una gamma ben precisa di termini che hanno subito una serie di trasformazioni semantiche nel passaggio dal greco al latino e poi alle lingue moderne. Malgrado la presenza di una corposa riflessione divenuta sempre più articolata e complessa dalla fine del XVIII secolo, non esiste ancora oggi una ricostruzione organica in grado di restituire insieme lo sviluppo storico e teorico di quella che a pieno titolo può essere definita la «filosofia dell'abitudine». Questo volume intende offrire un contributo in tale direzione, proponendo dei percorsi storico-interpretativi a partire dall'individuazione dei principali nodi concettuali che innervano il pensiero sull'abitudine, grazie al puntuale riferimento al pensiero di autori che vanno da Aristotele alle scienze cognitive. I pensatori presi in esame, che costituiscono un ricco campione di un panorama ancor più vasto, sono rappresentativi di posizioni originali emerse nelle diverse epoche. Il discorso filosofico sull'abitudine, tra il XIX e il XX secolo, diventa sempre più interdisciplinare, aprendosi agli apporti in primis della psicologia, ma anche della sociologia e dell'antropologia, fino a esaurirsi in quanto tale. Dopo secoli di teorizzazione filosofica sul funzionamento e sull'origine delle nostre abitudini, sono oggi la fisiologia e le neuroscienze a spiegare le modalità della loro formazione. Mai come in passato, tuttavia, i saperi scientifici richiedono la collaborazione della filosofia per comprendere appieno il significato da attribui
Philosophy, since ancient times, thought the habit, using, to define it, a specific range of terms that have undergone a series of semantic transformations in step from Greek into Latin and then to modern languages. Despite the presence of an extensive reflection become increasingly complex since the end of the 18th century, there is still today a reconstruction can return together historical and theoretical development of what full membership can be defined the "philosophy of habit." This volume aims to make a contribution in that direction, offering historical and interpretative trails starting from the identification of the main conceptual nodes that innervate the thought on the habit, thanks to timely reference to the thought of authors ranging from Aristotle to cognitive science. The thinkers examined, constituting a rich sample of a landscape even more vast, are representative of their original positions emerged in different eras. The philosophical discourse on habit, during the 19th and 20th centuries, become increasingly interdisciplinary, open to contributions primarily in psychology, but also of sociology and anthropology, to run out as such. After centuries of philosophical theorizing on the functioning and the origin of our habits, are today the physiology and neuroscience to explain how their formation. Never as in the past, however, the scientific knowledge require collaboration of philosophy to fully understand the meaning to be attributed