Non tanto diversi. Attività nei centri diurni per persone adulte con disabilità. Teoria e buone prassi - 9788820422837

Non tanto diversi. Attività nei centri diurni per persone adulte con disabilità. Teoria e buone prassi: È ancora possibile proporre un fare innovativo nella realtà dei centri per persone disabili? È possibile sviluppare l'integrazione in un'ottica inclusiva? È possibile, sostengono le autrici di questa guida, partendo dalle attività, in un centro aperto all'esterno che si confronta con un mondo in continuo cambiamento dove il fuori si traduce in opportunità e trasformazioni. Un centro diurno dunque che sia attivo, luogo di incontro e di partenza, dove si entra e soprattutto si esce, dove le persone possano scegliere, che accoglie i gravi ma non svilisce le proposte, non gioca al ribasso, non si fa limitare dai limiti. Un centro diurno che abbia una "teoria" costruita sugli apporti contemporanei a proposito di emozioni-interazioni-relazioni. La persona deve essere messa al centro e la qualità della sua vita deve essere svincolata dalla cura del deficit e dall'illusione che ogni gesto sia "terapia". Il "fare" deve dare piacere e deve diventare significativo per la persona e per chi le sta vicino: con le opportune sollecitazioni, tutti possano trovare un proprio posto nella comunità. La buona prassi è fatta di cose piccole ma chiare.
You can still submit a do in actual innovative centers for disabled people? And can develop the integration in an inclusive perspective? And can claim the authors of this guide, starting with the task, an open centre outside which is confronted with an ever-changing world where the outside translates into opportunity and transformations. A day care center that is active, meeting point and departure, where you enter and exit, especially where people can choose which welcomes serious but not cheapens the proposals, not play to the downside, it does restrict the bounds. A day care center that has a "theory" built on the contributions of contemporaries about emotions-drug-relationships. The person must be placed in the Center and the quality of his life must be released from the care of the deficit and the illusion that every gesture is "therapy". The "do" should give pleasure and have become significant to the person who is near with appropriate stress, everyone can find their own place in the community. Good practice is made up of small but clear.