L'agenda - 9788895146867

L'agenda: Chi voglia conoscere Trieste, deve passare da Ugo Pierri. La città è il protagonista assoluto di larga parte della sua produzione di pittore, poeta, scrittore, icastico fustigatore che grida dalle colonne del samizdat "Ossetia". Ma non si pensi alla città di carta, in cui si ha l'impressione di non essere in alcun luogo, sospesa in una irrealtà cara ai fedelissimi propugnatori del mito, o alla città-cartolina dei castelli di Miramare e delle statue di Sissi per turisti in corriera. La Trieste di Pierri è gelida, spazzata dalla bora, oppure ammorbata da un'umidità tropicale, sempre nella stagione sbagliata, poco accogliente verso lo straniero e il povero, guidata dai burocrati delle sempiterne banche-assicurazioni, politici voltagabbana circondati da corti di portaborse, negozianti della buona borghesia che umiliano i dipendenti, in una sola parola: padroni. Alla figura del padrone fa da contraltare quella dell'uomo costretto a fare i conti con la propria inettitudine; l'antieroe per eccellenza cui è riservata solo l'opzione della resa incondizionata. La città-necropoli, o città-sanatorio, o città-lager, non è solo una città deformata dallo sguardo dello scrittore, è con buona approssimazione la Trieste in cui viviamo oggi: decadente, provinciale, immobile. Senza reticenze, ci fa vedere ciò che molti di noi non vogliono, o non sono capaci di vedere.
Who wants to know Trieste, must pass by Ugo Pierri. The city is the absolute protagonist of a large part of his work as a painter, poet, writer, icastico Flogger screaming from the columns of the samizdat "Ossetia". But I don't think the paper city, in which one gets the impression that they are not in any place, suspended in an unreality dear to advocates of myth, loyalists or the city-postcard of the castles of Miramare and statues of Sissi for tourists in a bus. Trieste by Pierri is freezing, swept from the bora, or ammorbata from tropical humidity, always in the wrong season, unwelcoming towards the stranger and the poor, led by bureaucrats of sempiterne banks-insurance, political turncoat surrounded by courts of lackeys, shopkeepers of middle class that humiliate employees, in one word: Masters. The figure of the master is in contrast that of man forced to come to terms with their own ineptitude; the antihero par excellence which is given only the option of unconditional surrender. The city-necropolis, or city-sanatorium, or city-lager, is not only a city warped writer's gaze, with good approximation the Trieste we live today: decadent, provincial, motionless. Without hesitation, he makes us see what many of us do not want to, or are unable to see.