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La moltitudine apolitica. Culture politiche e voto alle masse in età giolittiana (1904-1913) - 9788800748612

di Marco Pignotti edito da Mondadori Education, 2017

Informazioni bibliografiche del Libro

 

La moltitudine apolitica. Culture politiche e voto alle masse in età giolittiana (1904-1913): 1913. L'Italia diventa il sesto Paese al mondo nel rapporto elettori/abitanti e sopravanza Inghilterra e Francia. Nove milioni di cittadini vengono convocati alle urne, metà dei quali analfabeti. Considerati per anni come teppa o plebaglia, questa folla viene percepita dalla classe dirigente conservatrice e progressista come una moltitudine apolitica. D'altronde, il voto alle masse muta irreversibilmente la scena pubblica finendo per condizionare tutti i soggetti che finora l'hanno dominata. L'irruzione del popolo escluso proietta sull'intero sistema interrogativi intorno a grandi questioni come la legittimità, l'esigenza di costituire un partito della borghesia, il rapporto fra esecutivo e assemblea, l'imperatività del mandato parlamentare, la strategia comunicativa e, infine, i costi della politica. Temi di vitale importanza non solo per intellettuali ed accademici, ma soprattutto per gli «invisibili» di Montecitorio che rappresentano quella pletora di notabili la cui presenza si è sempre rivelata funzionale alla tenuta dell'assetto istituzionale.
1913. The Italy becomes the sixth country in the world in England and France/residents and voters report surpasses. Nine million citizens are summoned to the polls, half of whom are illiterate. Considered for years as teppa or mob, this crowd is perceived by the conservative and progressive ruling class as a multitude apolitical. Moreover, the vote to the masses dumb irreversibly public stage eventually affect all those who so far have dominated. The irruption of the people excluded projects on the entire system marks around big issues like the legitimacy, the need to set up a party of the bourgeoisie, the relationship between the Executive and Assembly, the mandatory application of the parliamentary term, communication strategy and, finally, the cost of the policy. Themes of vital importance not only for intellectuals and academics, but especially for the "invisible" of deputies representing the plethora of Notables whose presence has always proved to be functional to the estate of the institutional order.

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