Tutto è ritmo, tutto è swing. Il jazz, il fascismo e la società italiana - 9788800748872

Tutto è ritmo, tutto è swing. Il jazz, il fascismo e la società italiana: In Europa il jazz arrivò agli inizi del Novecento, ma in Italia fece il suo ingresso negli anni Venti, proprio quando si affermava il regime di Mussolini. Prodotto di quell'America verso cui il fascismo mostrava amore e odio, il jazz sbarcò con i transatlantici di ritorno da New York, con gli emigrati, le grandi orchestre in tournée, i balli ma soprattutto la radio e il cinema. In alcune realtà si radicò grazie a ricchi turisti americani come il compositore Cole Porter che villeggiava a Venezia. Gli italiani reagirono positivamente a quella nuova musica, soprattutto i giovani, e ascoltarla significò presto assumere comportamenti diversi e utilizzare nuovi prodotti di consumo. Tutto ciò in un paese in cui la Chiesa tuonava con violenza contro quei ritmi considerati amorali e pericolosi. E soprattutto sotto un regime liberticida, quello di Mussolini, che decideva tutto della vita del cittadino, anche cosa ascoltare, dove farlo, con quali restrizioni e quali permessi. Tra proibizioni, censure e esternazioni nazionaliste e razziste da una parte, e impulsi alla modernità e tentativi di italianizzazione dall'altra, la musica americana sopravvisse e mise radici. Questo libro è una storia dell'impatto del jazz sulla società italiana, dall'instaurazione del regime fascista alla fine della seconda guerra mondiale.
In Europe the jazz came in the early 20th century, but in Italy he made his entrance in the 1920s, when it was claimed the regime of Mussolini. Product of the America to which fascism showed love and hate, the jazz went ashore with the return from New York, ocean liners with emigrants, the great orchestras on tour, the dances but mostly the radio and the cinema. In some reality took root thanks to wealthy American tourists as composer Cole Porter who saw in Venice. Italians reacted positively to the new music, especially young people, and listen to it meant soon take different behaviors and use new consumer products. All this in a country where the Church thundered with violence against those rhythms considered amoral and dangerous. And especially under a freedom-destroying regime, Mussolini, which decided everything about life of the citizen, even what to listen to, where to do it and with what restrictions and which permissions. Between nationalist and racist utterances, objections and prohibitions on the one hand, and impulses to modernity and the other, Italianization attempts American music survived and took root. This book is a story of the impact of jazz on Italian society, the establishment of the fascist regime at the end of World War II.