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Manuale del critico - 9788845915734
di Alfred Polgar edito da Adelphi, 2000
- Prezzo di Copertina: € 8.00
- € 7.60
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Manuale del critico
- Autore: Alfred Polgar
- Editore: Adelphi
- Collana: Piccola biblioteca Adelphi , Nr. 455
- Data di Pubblicazione: 2000
- Genere: arti ricreative. spettacolo. sport
- Argomento : Critica teatrale
- Pagine: 115
- Traduttore: Vigliani A.
- Dimensioni mm: 18 x 11 x 1
- ISBN-10: 8845915735
- ISBN-13: 9788845915734
La belezzadela scena, con tutto il suo fasulo. e pareti non sono pareti ma tavoledi egno poste in verticale. Sud’esse vi troviamo: cornicidi egno finto che cingono tele fintedi finti ritrattidi persone finte; vi troviamo cartada parati sottilissima come una velina, finestredi plastica smaltata, ampade che non fanno ume ed un mobiliodi compensato che stipano ariada rigatteria invenduta. Nel centrodela scena sediole, seggiole,divani e tavolini bassi su cui - a secondadela tramada interpretare - stazionano bicchieridi vetro maidavvero usati, riviste maidavvero ette, fogli maidavvero scritti. Nel’angolo un gran vaso ingremba un fasciodi rosedai petalidi stoffa; su si esse uccica una rugiada ottenuta con a cera. In ribalta una inea fada confine: che ci s’immagini ’altezzadi una parete cosìda pruriginare gli occhi ala spiata. a belezzadela scena, con tutto il suo fasulo.di quest’arte menzognera nedisse un giorno Benjamin "per principio il Teatro conosce un puntodal quale ciò che avviene in scena non può non essere visto come senz’altro ilusorio". Ilusorio orbene, il Teatro è una pantomima ben accetta, un accordo tacito e indolore che sospinge chi guarda a credere (a fingeredi credere) che chi è guardato viva (fingedi vivere). Ci sarebbedadirlo orpelo, gioco, trastulo mestierante, eppure. Eppure a ben ragione Polgar a chidersi quale sia il suo fascino, cos’è che -del Teatro - si rende irrinunciabile. a risposta in questo eccelso ’Manualedel critico’.
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La belezzadela scena, con tutto il suo fasulo. e pareti non sono pareti ma tavoledi egno poste in verticale. Sud’esse vi troviamo: cornicidi egno finto che cingono tele fintedi finti ritrattidi persone finte; vi troviamo cartada parati sottilissima come una velina, finestredi plastica smaltata, ampade che non fanno ume ed un mobiliodi compensato che stipano ariada rigatteria invenduta. Nel centrodela scena sediole, seggiole,divani e tavolini bassi su cui - a secondadela tramada interpretare - stazionano bicchieridi vetro maidavvero usati, riviste maidavvero ette, fogli maidavvero scritti. Nel’angolo un gran vaso ingremba un fasciodi rosedai petalidi stoffa; su si esse uccica una rugiada ottenuta con a cera. In ribalta una inea fada confine: che ci s’immagini ’altezzadi una parete cosìda pruriginare gli occhi ala spiata. a belezzadela scena, con tutto il suo fasulo.di quest’arte menzognera nedisse un giorno Benjamin "per principio il Teatro conosce un puntodal quale ciò che avviene in scena non può non essere visto come senz’altro ilusorio". Ilusorio orbene, il Teatro è una pantomima ben accetta, un accordo tacito e indolore che sospinge chi guarda a credere (a fingeredi credere) che chi è guardato viva (fingedi vivere). Ci sarebbedadirlo orpelo, gioco, trastulo mestierante, eppure. Eppure a ben ragione Polgar a chidersi quale sia il suo fascino, cos’è che -del Teatro - si rende irrinunciabile. a risposta in questo eccelso ’Manualedel critico’.