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Il magistrato al parlamento - 9788813367466

di Polizzi Giuseppe Eduardo edito da CEDAM, 2017

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Il magistrato al parlamento: All'indomani dell'entrata in vigore dello Statuto albertino al magistrato fu riconosciuto un ruolo, all'interno dell'ordine politico-costituzionale, non limitato a quello di mero operatore del diritto bensì esteso a più vasti ambiti, sicché la sua figura sarebbe stata percepita come crocevia di molteplici interessi, talvolta contrastanti tra di loro. Nelle diverse fasi storiche di vigenza dello Statuto albertino, invero, vi furono spinte e conseguenti resistenze affinché il magistrato si affrancasse dal controllo della politica, e fosse ridotto, per così dire, a quel ruolo primariamente riconosciuto dalla Costituzione repubblicana del 1948, ossia di titolare della funzione giudiziaria, depositaria privilegiata di uno dei tre poteri dello Stato e per questo assistita da precise guarentigie, funzionali all'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge: in primis indipendenza e imparzialità. La riflessione che condusse l'Assemblea costituente a decidere per un modello di magistratura che superasse, e al contempo risolvesse, le storture passate affonda le proprie radici negli anni di vigenza dello Statuto albertino, laddove le leggi elettorali e sull'ordinamento giudiziario, a fronte delle scarse guarentigie statutarie, disegnarono la figura del magistrato e la definirono nei suoi rapporti col potere politico. In tal senso, attraverso la disamina di un profilo circoscritto ai requisiti di eleggibilità al parlamento e, per la sola epoca statutaria, di nomina al Senato regio dei magistrati, si tenterà di riannodare il filo di un dibattito tutt'ora in corso, tra scelte di rottura
The Day after the entry into force of the Statute Albertino to the magistrate was recognized a role, within the political-constitutional order, not limited to that of mere operator of the law but extended to broader areas, so that his figure would be Been perceived as a crossroads of multiple interests, sometimes contrasting with each other. In the various historical phases of the Statute Albertino, Invero, there were pushes and consequent resistances so that the magistrate freed himself from the control of politics, and was reduced, so to speak, to that role primarily recognized by Republican Constitution of 1948, that is to say the holder of the judicial function, privileged confessor of one of the three powers of the State and for this assisted by precise guarentigie, functional to the equality of the citizens before the law: first and foremost Independence and impartiality. The reflection that led the constituent Assembly to decide for a model of the judiciary that exceeded, and at the same time resolved, the past distortions is rooted in the years of validity of the Albertino Statute, where the electoral laws and On the judiciary, in the face of poor statutory guarantees, they drew the figure of the magistrate and defined it in his relations with political power. In this sense, through the examination of a profile circumscribed to the requirements of eligibility to the Parliament and, for the only statutory period, to appoint the royal Senate of the magistrates, we will try to retie the thread of a debate still underway, between choices of breaking

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