Il ballo dei pescicani. Storia di un forzato - 9788898820092

Il ballo dei pescicani. Storia di un forzato: I libri che spingono a pensare facendo sorridere sono rari, e molto spesso sono frutti più o meno fortuiti di esperienze anomale, straordinarie. Anche nel caso de "Il ballo dei pescicani", autobiografia-romanzo-testimonianza di un irregolare puro, ci si trova di fronte a una sorta di anomalia della letteratura, un'eccezione alla regola, tanto più perché Aldo Pomini (1911-1979) non è un letterato, e forse non è nemmeno uno scrittore, se per scrittore si intende chi fa della scrittura una professione. Pomini, al contrario, è scrittore per accidente, per grazia. Nato a Bange, nel cuneese, e trasferitosi bambino a Tolone, cresce in un ambiente proletario e finisce per diventare un piccolo delinquente. A causa di una rapina maldestramente fallita ad un ufficio postale, sarà condannato ai lavori forzati, che sconterà in quella Guyana francese diventata famosa anche grazie al bestseller "Papillon". È la storia di questa prigionia che si racconta nel libro, con i tentativi di fuga e i suoi colpi di scena, nel mondo variegato e mirabolante di coloro che noi borghesi - come scrive Pasolini nella recensione che fece di questo libro nel 1974, qui ripubblicata - chiamiamo «banditi». È una realtà che confina con l'allucinazione, anche per il linguaggio «in purezza» usato da Pomini per descriverla, spontaneo, sgangherato e imprevedibile, in cui si mischiano francesismi e ispanismi, l'italiano regionale popolare, il patois provenzale, le parole gergali dei galeotti e della mala. Un linguaggio che è tutto il suo autore, e dà corpo a un'opera che, come dice il curatore nella prefazione, «è i
The books that push to think doing smile are rare, and very often they are more or less fortuitous experiences abnormal fruits. Even in the case of "the dance of sharks", the autobiography-novel-testimony of an irregular pure, you are faced with a kind of anomaly of literature, an exception to the rule, all the more so because Aldo Pomini (1911-1979) is not a literary man, and maybe it's not even a writer, whether writer means who does the writing profession. Parker, in contrast, is a writer by accident, by grace. Born in Bange, Cuneo, who moved to Toulon, baby grows into a proletarian environment and ends up becoming a little punk. Because of a failed robbery awkwardly at a post office, will be sentenced to hard labour, who will serve in that French Guiana became famous thanks to the bestseller "Papillon". It's the story of this captivity that is told in the book, with escape attempts and her plot twists, amazing and diverse world of those us bourgeois-as written by Pasolini in the review that made this book in 1974, republished here-call "bandits". It is a reality that adjoins the hallucination, even for the language "purity" used by Parker to describe her, spontaneous, ramshackle and unpredictable, which blends French and Italian regional ispanismi, the popular, the Proven??al patois, the slang words of galeotti and WiseGuys. A language which is all of its author, and gives the body a work that, as the curator in the preface, "is the