Flessibilità. Retoriche e politiche di una condizione contemporanea - 9788897522348

Flessibilità. Retoriche e politiche di una condizione contemporanea: Si dice spesso che la flessibilità, se accompagnata da tutele contro la precarietà, ci renderebbe più liberi, coltivando la nostra capacità di affrontare continui cambiamenti. Ma le storie di donne e uomini flessibili raccontano qualcosa di molto diverso: ciò che più facilmente accade, quando della stabilità non si può fare esperienza, è l'impossibilità di fare del mutamento un progetto. La flessibilità di cui qui si parla non è un concetto astorico e astratto, ma un fenomeno caratteristico della modernità postfordista e neoliberista. Si tratta, a ben vedere, di un insieme di discorsi e pratiche che indeboliscono il valore formativo e trasformativo dei percorsi di apprendimento, lavorativi e sociali. Questo "dispositivo" non coltiva ma espropria la capacità di cambiare se stessi e il mondo, colonizzando la vita delle persone e intralciando i percorsi di soggettivazione critica. La flessibilità, potremmo anche dire, ci rende sempre meno cittadini. Il lavoro di Ilaria Possenti indaga sia le premesse teoriche (da James, Dewey e Bourdieu, ad Arendt, Marx e Ricoeur, a Simmel, Bateson e Bauman), sia le implicazioni pratiche del dispositivo di flessibilità (da Sennett e Gallino, ai documenti europei sull'"occupabilità", la "flexicurity" e il "lifelong learning"), mettendo in questione anche grandi narrazioni come la "modernità liquida" e la "fine del soggetto".
It is often said that flexibility, if accompanied by safeguards against precarity, would make us freer, cultivating our ability to cope with constant changes. But the stories of women and men flexible tell something very different: what happens more easily, when the stability you can't get experience, it is impossible to make a change project. The flexibility of which we speak is not an abstract concept but ahistorical and a phenomenon characteristic of the post-Fordist and neo-liberal modernity. It is, in hindsight, a collection of discourses and practices that weaken the formative and transformative value learning pathways, work and social life. This "device" does not cultivate but eminent domain the ability to change themselves and the world, colonizing peoples lives and blocking the paths of subjectification criticism. Flexibility, we could also say, makes us less and less people. Ilaria Mighty work investigates both the theoretical premises (by James, Dewey and Bourdieu, Arendt, Marx and Ricoeur, Simmel, Bateson and Bauman), both the practical implications of the flexibility (by Sennett and employability, European documents on Gallino, flexicurity and the "lifelong learning"), calling into question even big narratives such as "liquid modernity" and the "end of the subject".